Tutti al Muro

Tutti al Muro

Per dirla con una canzone, c’è tutto un mondo intorno, al Giro di Lombardia che va in scena domani, sabato 29 settembre. Avremo modo di parlarne a giochi fatti, giusto per scambiarci qualche impressione. Ma tra le mille salite della classica di inizio autunno, una più bella dell'altra, merita una parola a parte il Muro di Sormano. Un nome che non è soltanto una suggestione: quando sei davanti ad una salita che ha una pendenza media del 17 per cento con punte che sfiorano il 30, beh, trovare una similitudine alternativa è quasi impossibile. Se ne era accorto Vincenzo Torriani, molti lustri fa, salvo ripensarci due anni dopo, infastidito da i tifosi che spingevano i ciclisti in difficoltà. Dice la leggenda che, incurante del gesto di umanissima pietà, si arrabbiò tantissimo e decise di cancellarlo dal programma. La Gazzetta dello Sport ci riprova, nel tentativo di rendere ancora più dura una corsa che è un massacro di suo e in omaggio a quel Gimondi che festeggia i 70 anni, Felice di nome e di fatto.
Ho visto sui giornali di oggi, le immagini dei grandi protagonisti della corsa che provavano la salita, da Nibali a Basso, dal neo campione del mondo Gilbert fino a Contador (che ha scelto la macchina, forse per vedere l’effetto che fa). E mi sono ritrovato a pensare che domani, su quella strada larga come una macchina o poco più, ci sarà un altro Muro: quello dei tifosi. Ne sono attesi 20 mila, stipati come sardine lungo due chilometri. E se pioverà, pazienza, ce ne faremo una ragione. Tutti al Muro.
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