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Giovedì 30 Giugno 2011
Intrigo internazionale in dogana
Condannati due giapponesi
Tre anni e mezzo agli "uomini del mistero" bloccati a Ponte Chiasso con bond statunitensi per 134,5 miliardi
In udienza preliminare aveva a suo tempo patteggiato un anno e quattro mesi con la condizionale, invece, Alessandro Santi, il 73enne di Carimate coinvolto nel giallo dei 134,5 miliardi, il quale aveva annunciato di parlare in aula per raccontare la sua verità e che, invece, ha poi scelto la via del silenzio, lasciando il mistero attorno a un sequestro che si è trasformato in un autentico intrigo internazionale che aveva anche rischiato di creare non poche tensioni addirittura tra l'amministrazione Obama e il governo giapponese.
Su quel tesoro (la maggior parte dei titoli di credito risaliva agli anni Trenta e sembrava palesemente contraffatta, ma una decina di Kennedy bond da un miliardo l'uno, emessi addirittura nel 1998, ad alcuni commentatori statunitensi erano sembrati autentici, non così l'aveva pensata gli uomini dell'Intelligence statunitense) si rincorsero moltissime voci, a cominciare dal fatto che alcuni di questi fossero effettivamente veri e che il governo nipponico avesse deciso di sbarazzarsene a causa dei venti di crisi provenienti dagli Usa. L'inchiesta aveva portato a ipotizzare che - veri o falsi che fossero - quei bond fossero diretti a Ginevra.
Nella città elvetica, che com'è noto è un centro affollato da centinaia di organizzazioni internazionali, uffici e pure il quartier generale dell'Onu nel Vecchio Continente, Akihiko Yamaguchi e Mistuyoshi Watanabe avevano già fissato un appuntamento per piazzare la loro carta. Tutto sfumato nel corso di un normalissimo controllo da parte di un finanziere in servizio alla stazione internazionale di Chiasso. Gli Usa hanno quindi bollato come falsi i bond e per i due giapponesi, scomparsi dall'Italia alla velocità della luce, è giunta la condanna a tre anni e mezzo di reclusione.
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