Cantù, altri negozi cinesi E assumono italiani

A Mirabello un capannone di abbigliamento: commesse orientali ma posteggiatori locali. Il precedente: il barista preso dal Crystal Café

Lo si potrebbe definire l’iper dell’abbigliamento cinese per uomo e donna. Una superficie di media vendita con un colpo d’occhio importante, circa 2mila metri quadri, dove centinaia e centinaia di appendini si perdono in distanza, sino all’orizzonte delle lontane pareti.

Un unico, impressionante open space con giacconi, piumini, vestiti, accessori, scarpe e stivali. Per una superficie, giusto per fare un paragone, pari a qualcosa come più di 20 appartamenti da 100 metri quadrati. Vestiario, in gran quantità, di importazione.

E, oltre all’abbigliamento in vendita, è cinese anche la gestione di Chiara Moda: questo il nome dell’attività che sembra voler lanciare il guanto di sfida, almeno per alcuni settori merceologici, all’Ipercoop, esattamente dall’altra parte della strada, sempre in viale Lombardia, a Mirabello di Cantù.

Dicono di non capire l’italiano, le commesse dall’altra parte del bancone. Ma intanto, al Chiara Moda, dove al fine settimana, per regolare il traffico, vi sono due parcheggiatori italiani, i prezzi cercano di attrarre la clientela. Il passaggio non manca. E chi entra compra.

Tornando alle assunzioni, è di pochi mesi fa l’ingresso di un giovane italiano nel Crystal café di via Milano, i cui gestori - cinesi appunto - avevano ospitato l’idea del party dei disoccupati. Offrendo, loro per primi, proprio un contratto di lavoro.

Sul giornale in edicola giovedì 30 ottobre altri dettagli sulla presenza cinese a Cantù.

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