Como, altro scandalo alla Polstrada
In discoteca durante l’orario di servizio
Cinque agenti indagati

Al lavoro preferivano l’Albert club o una puntata di “Squadra antimafia” in tv

La Procura li accusa di abbandono del posto di servizio, falso e peculato

Nuovo terremoto alla polizia stradale di Como, un anno dopo gli arresti relativi alla prima indagine sulle multe sparite nel nulla (che peraltro ha avuto un ulteriore strascico, come scriviamo sotto).

Cinque agenti sono stati iscritti sul registro degli indagati per i reati di abbandono del posto di servizio, peculato, falso in atto pubblico e falso ideologico. Gli episodi contestati dal pm Massimo Astori sono tre. Il primo: nella notte a cavallo tra il 31 ottobre e il primo novembre dello scorso anno, tre poliziotti comandati di servizio lungo il tratto comasco della A9 con il compito di effettuare un “controllo delle condizioni psico fisiche (dei) conducenti con etilometro e/o precursore”, pensarono bene, sul fare delle 23.30, di abbandonare baracca e burattini e di raggiungere, con l’auto di servizio e in uniforme, l’Albert club di Fino Mornasco, per «consumare bevande e a intrattenersi con persone da loro conosciute».

Il secondo episodio risale alla sera del 10 novembre, quando due agenti dei tre dell’Albert - che avrebbero dovuto pattugliare la Varesina sempre a caccia di ubriachi al volante - alle 21.30 tirarono i remi in barca perché cominciava un telefilm della serie “Squadra antimafia”. Si ritrovarono a casa di uno di loro, nell’Olgiatese: cenarono e si godettero la puntata, ovviamente in uniforme e con l’auto posteggiata sul marciapiede di fronte.

Il terzo episodio risale infine al 26 novembre. Soliti controlli, teorici, tra Como, Cantù, Bregnano e Appiano. Solo che anziché cimentarsi con l’etilometro, i poliziotti - ancora in due - preferirono raggiungere l’abitazione di uno di loro, ancora dalle parti di Olgiate - per attendere il tecnico che avrebbe dovuto consegnare il nuovo televisore.

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