Coronavirus in Ticino
Scuole dall’11 maggio,
ragazzi in classe a rotazione

Alunni di elementari e medie in aula con 11-12 studenti per quattro mezze giornate. Scuola d’infanzia facoltativa

Con Lugano sulle barricate, ma con (a monte) il via libera determinante di Berna, anche in Canton Ticino le scuole dell’obbligo riapriranno lunedì 11 maggio. Lo ha confermato ieri il Governo di Bellinzona. Alunni e studenti delle scuole elementari e medie torneranno dunque sui banchi con classi da massimo 11-12 studenti l’una, con la formula di quattro mezze giornate o due giornate intere a rotazione. Le scuole dell’infanzia avranno invece frequenza facoltativa. Sino a ieri mattina l’incertezza regnava sovrana nel Cantone di confine, a fronte anche della forte contrarietà di alcuni Comuni, tra cui la già citata Lugano. Non verrà ripristinato il servizio mensa, mentre per raggiungere la scuola - ove possibile - è consigliato di non utilizzare i mezzi: meglio a piedi e accompagnati. In realtà, si tratta - a giudicare da alcune dichiarazioni - di una decisione imposta. «Avrei preferito avere più tempo a disposizione», la dichiarazione del medico cantonale Giorgio Merlani. Il che la dice lunga sui rapporti tra Berna e Bellinzona. In Ticino i casi di Coronavirus sono 3210, solo 12 riguardano bimbi tra 0 e 12 anni. «I bambini non sono immuni», ha ripetuto Lisa Kottanattu, specialista in Pediatria e Malattie Infettive. Quanto alle classi “dimezzate”, il consigliere di Stato, Manuele Bertoli ha spiegato che «i giorni e la frequenza delle lezioni le lasciamo scegliere ai Comuni».

C’è anche una postilla e cioè che «gli istituti che avranno difficoltà a gestire le nuove disposizioni potranno chiedere di tornare sui banchi una settimana dopo o di sospendere la frequenza obbligatoria per i bimbi di prima e seconda elementare». Questo per dire come Bellinzona non sia convinta delle decisioni assunte da Berna. Le polemiche non mancano, tanto che il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri ieri ha fatto sapere che «se andrà male il Governo dovrà risponderne». Anche il tema dei collegamenti transfrontalieri resta di stretta attualità.

La Svizzera ha riconfermato il blocco dei collegamenti transfrontalieri, inclusi i Tilo, prezioso anello di congiunzione sull’asse Canton Ticino-Lombardia. Il capolinea resta Chiasso. Una situazione che crea importanti disagi anche ai frontalieri, già alle prese con lunghe code ai valichi. In una lettera inviata al nostro giornale da un frontaliere viene evidenziato che «sono stati bloccati i treni su cui viaggiavano centinaia di frontalieri. Ora siamo costretti a viaggiare in auto. Sul treno sarebbe stato più facile effettuare i controlli sanitari».

Da segnalare infine un lungo colloquio telefonico tra la presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “Con Giuseppe Conte ho discusso di cooperazione transfrontaliera, economia e solidarietà tra vicini, necessarie in questa crisi”, le parole di Simonetta Sommaruga. Tema d’attualità anche la chiusura dei valichi (da lunedì ne dovrebbero riaprire alcuni).

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