Faro ancora ostaggio delle antenne

Nessun intervento per rimuovere tralicci e “padelle”. Il caso segnalato da La Provincia il 15 gennaio. Iantorno: «Saranno tolte con il progetto del Rotary, ora in Soprintendenza. Via tutto entro metà aprile»

Era il gennaio scorso quando La Provincia si occupò delle antenne di ogni forma e dimensione presenti sulla cima del faro voltiano, uno dei simboli della città di Como. Un mese e mezzo più tardi, tutte le antenne sono ancora su. I vincoli, per un monumento di questa portata, sono due (quello paesaggistico e quello monumentale) ma servono a ben poco se il risultato è quello che potete constatare guardando la foto o andando di persona a San Maurizio.

Il soprintendente Alberto Artioli aveva detto a caldo: «È inopportuno che ci siano così tante antenne su uno dei simboli della città».

Da Palazzo Cernezzi avevano fanno sapere che sono stati regolarmente autorizzati «gli impianti dei carabinieri per ragioni di sicurezza pubblica» e, dal 1989, «apparecchiature ed antenne dell’associazione Radioamatori Italiani di Como (Ari) per scopi di protezione civile coordinati dalla prefettura di Como». A queste si aggiunge l’impianto di Seprio.com, che si occupa di fornire ai residenti delle frazioni della zona il servizio wi-fi. Secondo l’assessore al Patrimonio Marcello Iantorno, sono presenti «al di fuori di impianti appartenenti a due o tre soggetti svolgenti servizi pubblici necessari, vi sono fili e apparecchiature non attivi e molto deturpanti».

Ma, nonostante inizialmente si parlasse di qualche settimana per la rimozione delle brutture, i tempi non saranno brevissimi. Iantorno ieri ha risposto a precisa domanda che «entro la metà di aprile sarà tutto risolto». L’intenzione è infatti quella di procedere in parallelo con il progetto proposto e finanziato dal Rotary (che installerà un nuovo sistema di illuminazione a led rotante). «Noi siamo pronti e così anche il Rotary - le parole dell’assessore - che si è offerto per la realizzazione del progetto. La convenzione è stata già stata deliberata dalle giunte dei due comuni e le condizioni dell’accordo definite sia in ordine alla manutenzione straordinaria e ordinaria, alla custodia, all’accesso e alla liberazione delle antenne inutili e abusive».

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