Incensurata, finisce in cella dodici giorni
Colpa di una lite con l’ex di 8 anni prima

In carcere per non aver pagato 150 euro di assegno di mantenimento

«Mi sono trovata in arresto senza sapere neppure perché»

I carabinieri non volevano arrestarla. Gli agenti di polizia penitenziaria non volevano farla entrare in carcere. Più del buon senso delle forze di polizia ha potuto un imbarazzante cortocircuito della giustizia, che ha trascinato in cella una quarantenne comasca incensurata il cui unico guaio è il mancato pagamento, quasi nove anni fa, di un assegno di 150 euro al mese per il mantenimento del figlio.

Francesca («per favore niente cognomi, la ferita per questa storia è ancora aperta») è una quarantenne comasca che, vent’anni fa, si è sposata e ha avuto un figlio. Matrimonio che, come spesso accade, finisce.

Causa la crisi, la donna attraversa un periodo della sua vita senza poter contare su un lavoro fisso. Il figlio (oggi abbondantemente maggiorenne) viene dunque affidato in prevalenza al padre e la donna è chiamata a riconoscere un assegno mensile di 150 euro, troppi quando non hai un’occupazione fissa. E così nel 2007 - come, anche in questo caso, accade spesso - l’ex marito, che nel frattempo si è trasferito nella Brianza monzese, la denuncia.

La giustizia, si sa, ha spesso tempi del tutto fuori ritmo con quelli della vita delle persone. E il processo per mancato versamento dell’assegno di mantenimento si celebra soltanto nell’estate 2015, otto anni più tardi, quando l’ex figlio minorenne ormai si avvicina ai vent’anni.

La sentenza la condanna a 4 mesi, ma il giudice anziché sospendere la pena, condiziona la sospensione al pagamento di 4mila euro alla parte civile. Pagamento che la donna non può affrontare. E per la donna si sono aperte le porte del carcere.

Il servizio completo su “La Provincia” in edicola oggi sabato 23 gennaio

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