Pedemontana, sospetti di corruzione
Grandi opere nel mirino

Dopo la tangenziale e il progetto paratie, nuova indagine su una delle grandi opere comasche. Interrogato il presidente Lombardo, la Finanza nella sede della società. Dubbi sul maxi appalto

In principio fu l’Anticorruzione di Cantone. Che ha messo sotto inchiesta il progetto paratie e ha bacchettato con tanto di esposto alla Procura, gettando un’ombra di illegalità, i lavori per la tangenziale di Como e per il collegamento tra A9 e A8 aperto a febbraio.

Quindi arrivarono la Procura di Milano e la guardia di finanza, che hanno bussato alla sede della società Pedemontana nell’ambito di un’inchiesta sull’appalto da 1,7 miliardi della tratta tra Varese e Dalmine, passando dal Comasco.

Non c’è pace per le grandi opere comasche. Che tra l’Autorità presieduta da Raffaele Cantone e una nuova inchiesta penale condotta da ben tre differenti pubblici ministeri milanesi sta vivendo un momento particolarmente travagliato.

Ultimo caso, in ordine di tempo, quello della Società Pedemontana, la cui sede di Assago è stata perquisita l’altroieri dagli uomini del nucleo di polizia tributaria di Milano.

Il caso Pedemontana

Nessun indagato, anche se il fascicolo aperto dai pm Paolo Filippini, Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi ipotizza il reato di corruzione, a carico di ignoti. I finanzieri hanno acquisito numerosa documentazione relativa al maxi appalto da 1,7 milioni di euro vinto dal colosso austriaco Strabag nel luglio 2011 e che consiste nella realizzazione del tratto da Como a Dalmine della Pedemontana. Un tratto su cui i lavori sono ancora in corso.

In uno stringato comunicato è stato sottolineato che i finanzieri sono stati incaricati di scoprire «lo stato di realizzazione dei lavori aggiudicato alla Strabag» e riscontrare «l’effettiva operatività dei cantieri».

Il presidente di Pedemontana, il comasco Maurizio Salvatore Lombardo, è stato sentito come persona informata sui fatti dai finanzieri, così come l’amministratore delegato della società, Marzio Agnoloni.

Leggi l’approfondimento su La Provincia in edicola mercoledì 6 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA