Como, un week end
d'arte multimediale

Si chiama Tec.Art.Eco il festival di arte, musica, danza e conferenze dedicato alla sostenibilità ambientale, in scena in vari luoghi di Como dal 30 settembre al 3 ottobre, che "contamina" anche altri territori. In allegato la locandina con gli eventi. Ecco l'intervista a una protagonista: la celebre coreografa Ariella Vidach.

di Alessio Brunialti

Coreografa animata da un forte interesse rispetto al rapporto tra corpo umano e nuove tecnologie, attiva in Italia da trent'anni dopo un lungo periodo trascorso negli Usa, Ariella Vidach è una delle anime di "Tec.Art.Eco" assieme a Claudio Prati. La incontriamo alla vigilia del "Festival 01 - Germinazioni".

Come avete sviluppato l'idea di una manifestazione così articolata e complessa?

Nasciamo come produttori: dalla metà degli anni Novanta, dalla fondazione della compagnia di danza Ariella Vidach - AiEP, abbiamo realizzato spettacoli multimediali.
Anche l'ecologia è una tematica che riteniamo importantissima. Io sono un'ambientalista convinta e se da giovane lottavo per gli sfruttati, per gli ultimi della terra, ora ritengo che la battaglia sia proprio per conservare e preservare la terra. Da qui la volontà di mettere in relazione tecnologia, arte ed ecologia.

Qual è l'obiettivo?

Non abbiamo la pretesa di cambiare il mondo ma è anche vero che le vere rivoluzioni avvengono a piccoli passi. Ci interessava, soprattutto, aprire la discussione, porre dei semi, "Germinazioni", appunto. Siamo reduci da un altro progetto Interreg che ci ha messo in contatto con diverse realtà mondiali, con i ricercatori del Mit di Boston, ad esempio. Per quanto sia stata un'esperienza molto appagante e di indubbio interesse, in questo caso abbiamo deciso di aprirci maggiormente.

In quale direzione?

Verso un pubblico vasto. C'è il rischio di parlare all'interno di un circolo chiuso dove tutti la pensano, più o meno, allo stesso modo e tutti hanno già le conoscenze necessarie. Riteniamo, invece, che con questo connubio di eventi chiunque possa entrare in contatto con le tematiche che sottoponiamo. Quindi ecco un festival con nomi importanti ma con un linguaggio, con forme di comunicazioni maggiormente fruibili.

Il tutto in alcuni luoghi molto particolari di Como, la Torre Gattoni, ad esempio.

In questo siamo molto grati al Comune e ad Anna Cavalleri, una nostra collaboratrice comasca, che ci hanno guidato alla scoperta di queste location che, siamo certi, affascineranno per primi gli artisti  coinvolti.

«Festival 01»: ci sarà un seguito?

A maggio 2011, "Creazioni", principalmente a Lugano ma restando sempre sul territorio insubrico e, quindi, anche a Como.

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