Cultura e Spettacoli
Sabato 31 Marzo 2012
A casa del diavolo
Nella Como di Tolstoj
Il cugino del più celebre Lev s'innamorò del Lario e vi ambientò una storia di paura
Un viaggiatore di San Pietroburgo, nel suo girovagare fra gli stati dell'Europa nella prima metà del 1800, scelse proprio le nostre rive per trarre creatività. Il nome di Aleksej Kostantinovic Tolstoj alla maggior parte di noi è pressoché sconosciuto. Forse solo grazie a quel cognome così importante è possibile collegarlo a Lev, il suo famoso cugino autore della monumentale opera letteraria "Guerra e pace". Aleksej invece scrisse il suo primo libro "Upyr" o "Il vampiro" nell'edizione tradotta dal cirillico all'italiano del 1986, dopo aver compiuto un viaggio nel nostro paese nel 1838 quale impiegato al servizio dello stato al seguito del duca ereditario di Russia e del poeta Zukovskij. Il racconto fantastico venne pubblicato nel 1841 e fu la prima trattazione letteraria in russo a seguito del filone di romanzi dell'orrore iniziato dal geniale Bram Stoker, capostipite del genere con Dracula. Leggendo il testo del libro, è interessante scoprire che una cospicua parte dell'opera di Aleksej Tolstoj viene ambientata nella nostra città.
L'autore si serve del signor Rybarenko, un personaggio singolare partorito dalla sua fantasia, per farlo vivere nella Como della prima metà del secolo diciannovesimo il quale interagisce con personaggi del tempo realmente vissuti ed in luoghi simbolici tuttora esistenti. Rybarenko inizia la sua avventura in terra del Lario trovandosi nel bel mezzo di Piazza Volta, a quel tempo già dedicata al grande genio della pila nonostante la statua lui raffigurante non fosse ancora collocata ove ancora oggi si può vedere.
Giunto a Como per una cura dell'uva dagli effetti disintossicanti, il protagonista non si interessa al solo miglioramento della propria salute, ma anche ad altri aspetti offerti dal capoluogo lacustre. In quel periodo Como era meta ambita per coloro che solevano depurarsi con il metodo dell'ampeloterapia. La cura consisteva in delle grandi scorpacciate dell'uva delle coltivazioni di vite provenienti dalla collina sopra Tavernola, oggi del tutto scomparse.
Di quei ricordi è rimasto solo il nome del borgo posto sulla riva sinistra del Lario. Tavernola da Taberna, ovvero luogo dove si mesce il vino. Avendo terminato le cure, Rybarenko si reca in piazza Volta giungendovi dal Borgovico dove dimora in quanto spinto dalla voglia di sapere quanto ci sia di vero circa varie dicerie popolane. A quanto pare, si vociferava di una magione in piazza Volta dal nome sinistro di "casa del diavolo", disabitata da lungo tempo perché andando al suo interno potevano accadere fatti spiacevoli, quali incubi e voci ultraterrene. L'abitazione venne abitata nel 1600 da un losco figuro rispondente al nome di Titta Cannelli, di professione contrabbandiere e truffatore, per questa ragione giustiziato nel settembre del 1679 sulla pubblica piazza. Queste sono le ragioni sufficienti che portano il personaggio creato dalla penna di Tolstoj a trascorrere una notte nella casa disabitata dove avrà il suo bel da fare cercando di sfuggire agli spettri scatenati contro di lui.
Su La Provincia del 1 aprile il seguito del racconto in un articolo di Maurizio Casarola.
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