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Venerdì 08 Giugno 2012
San Siro incanta il Boss
E Springsteen si scatena
Tre ore e quaranta minuti di musica: Bruce regala a Milano il suo secondo più lungo concerto della carriera. E al suo pubblico dice: "Siete sempre i migliori". Commozione per Clarence Clemons
Il popolo del Boss incanta Springsteen e lui ricambia il suo pubblico con un concerto destinato a diventare un pietra rara da incastonare nella storia non solo del rock, ma della musica. A San Siro va in scena uno spettacolo lungo tre ore e quaranta minuti. Il secondo concerto più lungo nella carriera del rocker del Jersey. Un tripudio di musica, gioia, emozioni e ricordi che trasforma la prima tappa italiana del giro europeo di Wrecking Ball nel più bel live dell'intero tour.
Springsteen, quasi incredulo di fronte a una massa che canta ogni singola parola delle sue canzoni, che balla, batte le mani, salta e regala sorrisi, non può esimersi da una dichiarazione d'amore senza precedenti: "Questo è un posto speciale. La prima volta che ho suonato a San Siro è stato nel 1985. Siete il pubblico migliore: sempre".
Tra nuovi e vecchi successi Bruce riesce a pescare nel suo immenso repertorio le perle degli esordi così come le canzoni dell'ultimo album. E a piazzare camei come una romantica "The promise" suonata da lui stesso al piano.
Un concerto in cui non è mancato il momento dei ricordi: quello di Danny Federici, uno dei fondatori della E Street Band e morto nel 2008 per un tumore, ma soprattutto di Clarence "Big Man" Clemons, stroncato lo scorso anno da un ictus. La sua assenza, sul palco, si sente nonostante la bravura del nipote, Jake, e l'imponenza musicale della sessione fiati.
Bruce tocca tutti i temi a lui cari: la crisi, le difficoltà, gli emarginati, coloro che lottano per rimettersi in piedi. Nel presentare la sua Jack of all trades, cruda denuncia del crollo del sogno americano, il Boss parla in italiano e dice: "So che anche qui in Italia sono stati mesi difficili. Resi peggiori dal terremoto".
Ma da sempre le canzoni di Springsteen sanno accompagnare, accanto a una cronaca fedele delle difficoltà delle persone, anche la scintilla della speranza, la voglia di riscatto, la ricerca incessante della terra promessa. E non a caso l'ora finale del concerto di San Siro è un crescendo di energia ed entusiasmo. Con Tenth avenue freeze-out la band si presenta a bordo palco per salutare il pubblico, ma Springsteen non ce la fa ad andarsene così presto. Sembra non aver alcuna voglia di far finire quello che ai 60mila di San Siro è un sogno. E allora di nuovo tutti agli strumenti per Glory days e per l'immancabile, per Milano, Twist and shout. A mezzanotte e un quarto Bruce, a malincuore, dice basta.
"Arrivederci Milano" è il suo ultimo urlo. O, forse, la sua promessa.
Paolo Moretti
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