Cultura e Spettacoli
Sabato 04 Luglio 2009
Manifesti per sognare
una vacanza al lago
Pubblicato in Svizzera un raffinato catalogo dei cartelloni turistici che, nell'Ottocento e nel Novecento, hanno contribuito a creare il "mito" del Lario come località chic, elitaria ed elegante
Un catalogo di «100 anni di manifesti ticinesi, dei Grigioni e del Lago di Como» (Edizioni d’arte Jansonius, Lugano, 2009) dedicati alla propaganda turistica si sfoglia come l’illustrazione di un tempo di escursioni favolose, incorniciati in affiche che ebbero tra Ottocento e Novecento una loro Belle epoque grafica. Punto d’incrocio di stili per i quali la comunicazione non poteva escludere la rappresentazione incantata del paesaggio lacustre e montano, lo inquadravano con meraviglia pittorica ma anche con gli echi di voluttà e lusso, parte del bagaglio della villeggiatura. E’ degli anni venti un manifesto che della punta di Balbianello offre una visione sognata, degli anni trenta quello con una bagnante tutta maltrattenuto glamour, per tacere della variazioni sul tema dei battelli in navigazione, sotto l’insegna Lago di Como scritta con caratteri che rimandano lo stile di ogni "art" coeva, e che all’occasione fungono da balcone per una classica coppia, lei che allunga il braccio per salutare con il fazzoletto candido scrutata da lui con il binocolo. Sono manifesti che rimandano ad un’eleganza d’altri tempi, come un trionfo di fiori che dopo un istante sarebbero fané, ma che il manifesto cristallizza, pronti a suscitare il desiderio o a rinnovare la nostalgia. Appaiono come luminosi, immensi biglietti da visita di un passato ancora toccato dal fascino del Grand Tour, consonanti con i manifesti dell’Orient Express, seppure temperandone il mistero a vantaggio di una più quieta magia che, affiche dopo affiche, riemerge intatta da una tradizione di grandi illustratori perduta con il venir meno di commissioni che non venivano quasi mai meramente eseguite, ma concentravano oltre e più che l’immagine di viaggi e vacanze, la loro immaginazione.
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