Cultura e Spettacoli
Giovedì 12 Marzo 2009
Giorgio Prestinoni
da medico a poeta sul Lario
Per dedicarsi alla scrittura lasciò l'ospedale di Varese nel 2001
Ora l'Almanacco dello Specchio Mondadori lo pubblica
Giorgio Prestinoni era medico all’ospedale di Varese. Un bel giorno d’autunno del 2001 si è licenziato per trasferirsi a Como e fare il poeta, nonché, a tempo perso, lo studente di Scienze giuridiche. Passato qualche anno lo ritroviamo fermo a un esame dalla seconda laurea, giusto per rendere chiaro ed evidente a tutti che il suo era soltanto uno sfizio intellettuale, e fresco di pubblicazione sull’Almanacco dello Specchio della Mondadori, la più importante "vetrina" della poesia italiana.
Un esordio a cinquant’anni sull’Almanacco dello Specchio. Vuol dire che finalmente ha trovato l’estimatore giusto, o è il frutto di un elaborato percorso personale e letterario giunto a maturazione?
L’esordio vero è stato nel 2006 con due poesie pubblicate da Maurizio Cucchi sul magazine della Stampa Lo Specchio. Nel 2007 è uscito il mio primo e per ora unico libro Antologia d’Acqua per i tipi dell’editore Stampa di Brunello (Va). La fine del 2008 ha visto l’uscita di un breve testo inedito sull’Almanacco dello Specchio Mondadori. Tutto ciò, pur essendoci stato un personale percorso di maturazione letteraria, è comunque avvenuto un po’ per caso, devo ammetterlo. Per farla breve, alcuni amici mi invitarono a leggere in occasione di una manifestazione di musica e poesia alla quale partecipavano anche Maurizio Cucchi, Tiziano Rossi e Vivian Lamarque. Questi importanti poeti ascoltarono i miei versi e se ne interessarono... E, come nelle belle favole, tutti vissero felici e contenti.
Da medico a poeta, da Varese a Como. Negli ultimi anni ha dato due sterzate alla sua vita. Perché?
Una risposta sincera e completa mi costringerebbe a rifare i conti con situazioni dolorose, assenze che arrivano troppo presto, materia per molte future poesie. Darò dunque una risposta sincera ma incompleta. Perché ho voluto; perché ho potuto (sono single irriducibile, per nulla attratto dai consumi, ho aggiunto ai miei risparmi una sufficiente rendita dovuta a un’immeritata eredità); perché qualunque persona sana di mente dovrebbe ambire ad affrancarsi dal lavoro non a due passi dalla tomba, ma molto prima e ad assumere un serio e rigoroso atteggiamento di non collaborazione verso una società (globale) quasi più demente che ingiusta; perché a Como c’è il lago in centro; perché Varese é un luogo dell’anima dove sarà bello e doveroso, un giorno, tornare.
«Il fornicatore impeccabile» che dà il titolo al suo testo uscito sull’Almanacco si intuisce essere non una persona, bensì un cane, che l’accompagna nella passeggiata da Como a Cernobbio. Ci parli di questo “personaggio letterario”?
Il personaggio in questione non é letterario, bensì un Jack Russel Terrier di venti mesi capitato nella mia vita circa un anno e mezzo fa. Ciò che mi ha spinto a scriverne è stata la scoperta di questa sua sorta di fedeltà assoluta e cieca ma niente affatto monogamica. Non mi abbandonerebbe mai, ma neppure rinuncerebbe alle coccole di chiunque fosse disposto a fargliene. Non le pare che sia un atteggiamento molto più onesto di quello di certi umani che si giurano fedeltà eterne, impossibili e dagli echi sinistramente carcerari, tipo tutti ’sti ragazzini che suggellano gli amori con macabri lucchetti?
Luoghi e affetti quanto sono importanti nella sua poesia?
Sono molto importanti, ma lo sono nella quotidianità di tutti, non solo nella poesia. Spero lo diventino sempre di più perché sono reali, materici, inconfutabili nella loro fisicità che si oppone strenuamente alla realtà virtuale che via via ci divora, perché diventano inesorabilmente politici, strumenti di resistenza per tutti i non collaboranti. Nella mia poesia c’è un progressivo cambio di prospettiva verso luoghi e affetti. Se nella raccolta del 2007 si affacciano quasi casualmente, senza sistematicità, nei testi inediti sono la struttura di piccoli racconti per lo più basati su frammenti di memorie personali e familiari e sulla loro successiva affabulazione. Certi luoghi poi tornano ciclicamente: Como, Venezia, qualche pezzetto di Francia. Per quanto riguarda gli affetti, beh... se, come detto nel testo dell’Almanacco, "le passioni durano venti minuti" quello che dopo resta sono gli affetti, indelebili e disinteressati.
Lei è tra i (pochi) poeti veramente attenti anche alla poesia altrui. Faccia i nomi di tre maestri.
Facciamo un favore a madama Gelmini e optiamo per il maestro unico. Intendendo per maestro qualcuno che non solo mi ha insegnato molto con le sue poesie, ma che mi onora della sua amicizia personale e dei suoi consigli, allora senza dubbio costui può solo essere Tiziano Rossi, persona squisita e d’altri tempi. Poi c’è Maurizio Cucchi, ma per lui il discorso é diverso. Da Cucchi fui folgorato nel 1976, quando uscì la sua opera prima Il Disperso. Ero poco più che un ragazzino. In seguito è nato un rapporto di buona amicizia e di reciproco apprezzamento, ma Maurizio non ha la tendenza alla "didattica" come Tiziano e credo preferisca essere un bravo talent scout piuttosto che il maestro di qualcuno. Infine ci sono le "folgorazioni" (singoli autori e/o singoli libri) e sono parecchie. Dirò le più importanti: Petrarca, Pascoli, Saba, Somiglianze di Milo De Angelis, L’aspetto occidentale del vestito di Giampiero Neri, A Coney Island of the Mind di Lawrence Ferlinghetti. Ma ce ne sono molte altre.
E tre giovani da tenere d’occhio?
Fare i nomi di tre giovani non è facile, perché molti di loro non si conoscono, hanno grosse difficoltà ad ottenere visibilità, magari nonostante un notevole talento. Comunque mi aspetterei buone cose (e ne hanno già prodotte di ottime) dal pavese Fabrizio Bernini, dalla triestina Mary Barbara Tolusso, presente con belle poesie inedite sull’Almanacco, e da Francesco Osti, che magari a Como nessuno conosce, ma che è di Morbegno ed é già apparso sull’antologia Nuovissima Poesia Italiana (Mondadori, 2004) e sull’Almanacco dello Specchio 2007.
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