La rabbia di negozianti e artigiani
«Serviamo solo a pagare tasse»

Cento persone ieri si sono recate dalla sede di Confcommercio alla prefettura. Molti più volevano partecipare, ma si è preferito un corteo più contenuto: per adesso

COMO Un corteo carico di rabbia, seppur civile. Ieri 100 persone sono partite dalla sede di Confcommercio per andare in prefettura a concludere la Giornata di mobilitazione di commercianti e artigiani.

In realtà, ha ammesso Andrea Camesasca, vice presidente degli albergatori, «Siamo stati subissati da più di un centinaio di telefonate d'imprenditori che avrebbero voluto prendere parte al corteo. Abbiamo detto loro che, per questa volta, non era necessario essere in molti - ha puntualizzato -  A meno che, in seguito, non ci venga dato motivo di scendere in piazza numerosi».

«Continuo a pagare tasse e sono giunto quasi al punto di non riuscire più a pagare il personale - ha raccontato Salvatore Marino, del ristorante Er Più di Como - il salasso dell'Imu ci ha dato il colpo di grazia».

Identico malessere per Alberto Proserpio, dell'hotel Victoria di Menaggio. «Sul libro Nero ho scritto questa frase: "Siamo allo sfascio, non vogliamo ritornare al fascio". La colpa? È dell'altissima imposizione fiscale».

«Vorrei assumere, invece sono costretto a lavorare con personale ridotto all'osso - ha denunciato Giovanni Tosetti, un negozio d'abbigliamento in via Milano - non vedo segnali di ripresa, a meno che ci aiutino a spostarci tutti in Cina».

OGGI UNA PAGINA SULLA MANIFESTAZIONE

© RIPRODUZIONE RISERVATA