Como, la meccanica
naviga a vista
Prevale l’incertezza

Due terzi delle aziende comasche non è in condizione di programmare l’attività oltre i 30 giorni. L’export fatica a riprendere, soffrono anche i piccoli

Si sono riaperti poco più di un mese fa i cancelli delle imprese del settore metalmeccanico, in larga maggioranza ferme nel corso del lungo lockdown. Dopo le prime quattro settimane di ripresa produttiva, il bilancio è in chiaroscuro, poiché molte aziende stanno lavorando sulla base di ordini ricevuti in precedenza mentre le prospettive per il prossimo futuro sono poco rassicuranti.

L’indagine

Confindustria Como ha realizzato un’analisi congiunturale tra le aziende metalmeccaniche che evidenzia come il rallentamento e la sospensione delle attività causati dall’epidemia determineranno in modo strutturale un’erosione delle quote di mercato sia a livello domestico, sia per quanto riguarda le vendite oltre confine. In particolare, quasi il 70% delle realtà intervistate ritiene che subirà una diminuzione a livello italiano mentre il 100% delle imprese si attende una minore vivacità dell’export. «Continuano ad essere rilevati – afferma Serena Costantini, presidente del gruppo Metalmeccanici e consigliere con delega all’internazionalizzazione di Confindustria Como - elementi di criticità legati al limitato orizzonte di visibilità sugli ordini, ambito per il quale quasi i due terzi delle aziende comasche sono costrette ad operare con una programmazione delle attività inferiore al mese, e alla liquidità, ritenuta migliorabile per sei realtà su dieci».

Secondo le rilevazioni dell’associazione industriale, nonostante il 70% del campione delle imprese comasche segnali una tenuta della propria forza lavoro, la quota di aziende che comunica una contrazione occupazionale si attesta al 28%, a fronte del 2% di imprese che indica, invece, un aumento. «È evidente – commenta Costantini - che il quadro fornito da questi numeri non è rassicurante, soprattutto pensando al fatto che molte imprese sono caratterizzate da una forte propensione all’export e, proprio per gli effetti lunghi del lockdown anche negli altri paesi, i mercati esteri sono quelli che stanno causando le maggiori preoccupazioni».

Ecco perché la presidente del gruppo Metalmeccanici di Confindustria Como auspica che, «anche attraverso lo stimolo da parte pubblica come sta avvenendo con alcuni bonus in certi settori e da parte bancaria con una forte iniezione di liquidità, ci sia un aumento della domanda interna ed estera che possano consentire un miglioramento degli ordini nei prossimi mesi».

L’incertezza generale investe anche le imprese artigiane. «Viviamo alla giornata – dice Francesco Magni, presidente del settore manifatturiero di Confartigianato Como – ed è impossibile effettuare una programmazione. In queste settimane – continua – abbiamo lavorato soprattutto su ordini vecchi e qualcosa di nuovo è arrivato solo negli ultimi giorni. Le imprese artigiane – sottolinea ancora Magni – fanno fatica anche perché le grandi aziende clienti e anche quelle fornitrici delle materie prime sono rimaste ferme a lungo e non lavorano ancora al 100%». Secondo l’imprenditore, inoltre, «molte realtà operano con paesi in cui la situazione Covid è ancora molto grave e ci sono quindi grandi difficoltà per spedire le merci». Magni è comunque ottimista: «La ripresa ci sarà – conclude –, a patto che non si verifichino ricadute a livello sanitario per il nostro paese».

Le condizioni

Anche secondo Enrico Benati, presidente della Cna del Lario e della Brianza e imprenditore metalmeccanico, «il sistema si riprenderà ed il settore metalmeccanico sul fronte occupazionale potrebbe avere meno problemi rispetto ad altri comparti. Perché questo avvenga sono necessarie iniezioni di risorse e di liquidità, stimoli che consentano di rimettere in moto un mercato fermo: anche se tutte le realtà sono ripartite, in questo momento il lavoro è ancora scarso, molte aziende, con la scusa del ponte, sono rimaste chiuse per tutta la settimana». E infatti la maggior parte delle imprese sembra orientata a confermare la fermata di agosto.

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