La chiusura di Henkel
Rabbia e sconcerto
tra i 150 lavoratori

Stabilimento di Lomazzo dismesso entro giugno. I sindacati alla multinazionale tedesca: «Inaccettabile»

Un fulmine a ciel sereno. Ieri mattina Henkel, la multinazionale tedesca del Dixan, ha comunicato ai rappresentanti del lavoratori del sito produttivo di Lomazzo, divisione detergenti per la casa, la decisione di chiudere lo stabilimento entro giugno.

I lavoratori coinvolti sono complessivamente circa 150, di questi 81 sono dipendenti diretti di Henkel, 14 di Alpla (l’aziende che si occupa degli imballaggi), altri di imprese esterne che si occupano di manutenzione, logistica e servizi come la mensa.

La produzione, secondo i piani strategici del gruppo, sarà trasferita all’altro impianto del Gruppo, a Ferentino, in provincia di Frosinone, che dovrebbe assorbire le attività e i volumi attualmente gestiti dall’unità produttiva comasca.

Senza interruzioni

La notizia è arrivata del tutto inaspettata, dopo un anno di produzione senza interruzione. I sindacati con una nota unitaria hanno definito la decisione “inaccettabile”, condivisa in serata in una assemblea con i lavoratori che sono rientrati nei pressi dell’azienda perché non erano al lavoro. Da mercoledì pomeriggio, con un comunicato aziendale, sono state sospese tutte le attività e posti in fermo gli impianti fino a domenica. In questi giorni i dipendenti sono in permesso retribuito, provvedimento inaudito e ritenuto sconcertante.

I sindacati FiIctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Allca-Cub di Como si sono rivolti alle istituzioni e alle forze politiche «con l’obiettivo di far cambiare la decisione della multinazionale tedesca». Il sito di Lomazzo, accanto a ComoNext, avviato nel 1933 come Società Italiana Persil, è stato il primo sito produttivo in Italia del gruppo Henkel. Per la sua storia e per i volumi di produzione non era attesa dai dipendenti né la chiusura né che fosse prevista in tempi così rapidi. C’era però da parte di alcune rappresentanze sindacali una preoccupazione perché da tempo sull’altro sito italiano di Ferentino, oltre 140 dipendenti e ugualmente dedicato alla produzione di detergenti per la casa e biancheria, convergevano investimenti assenti invece a Lomazzo. Proprio per questo era stato richiesto un incontro con i vertici dell’azienda senza che fosse accolto, fino ad ora, quando è arrivata una convocazione urgente per ieri mattina e la comunicazione della decisione di chiusura.

Le ragioni espresse dall’azienda e riportate in assemblea ai lavoratori consistono in un generale andamento del mercato in calo e il fatto che nel nostro Paese gli stabilimenti dello stesso ambito sono due.

Le motivazioni

L’emergenza pandemica è stata esclusa dai dirigenti come eventuale causa, infatti la produzione per tutto il 2020 non ha subito interruzioni e non c’è stato ricorso ad ammortizzatori sociali.

L’impianto di Ferentino, nato 40 anni fa accanto all’autostrada, avrebbe dei vantaggi logistici. Il sito di Lomazzo, come normalmente le fabbriche del primo Novecento è in centro paese, accadeva che fondata la fabbrica, attorno crescesse l’abitato.

L’azienda comasca quindi sconterebbe una posizione meno favorevole. Si estende nei pressi della ferrovia e di ComoNext su un’area industriale di 43mila mq. Qui si producono detersivi liquidi per il bucato, ammorbidenti concentrati, detersivi liquidi per il lavaggio a mano dei piatti, il 60% della produzione è destinato all’Italia, il 40% ad altri paesi europei. Henkel, con sede a Düsseldorf, è attiva in tre mercati: adesivi e sigillanti, detergenti e prodotti la pulizia della casa, prodotti per l’igiene personale. In Italia conta circa mille dipendenti e ha un fatturato annuo di circa 700 milioni di euro.

Le sedi attive sono sette, oltre a Lomazzo e Ferentino, le altre sono in Lombardia: Casarile e Caleppio di Settala nel milanese, Zingonia in provincia di Bergamo e Oggiono in provincia di Lecco. Ed è con le rappresentanze sindacali dei lavoratori di tutte le sedi italiane che è previsto oggi un incontro per valutare la prossime azioni dei dipendenti nei confronti della decisione della multinazionale a partire dalla prima, condivisa, posizione che ritiene, in un momento di grave crisi sociale, inaccettabile la chiusura di una azienda in attivo.

«La chiusura - conclude il comunicato sindacale - avrebbe un enorme impatto sociale ed economico del territorio». Oggi è previsto l’incontro con il sindaco di Lomazzo. Convocata una assemblea dei lavoratori lunedì mattina.

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