«Niente stipendio? Doveroso
lavorare lo stesso»

Casnate, parlano i lavoratori della Tessitura Santi

«Ci hanno sempre aiutato, abbiamo accettato i ritardi»

«Il titolare ci ha sempre aiutato, è giusto che anche noi diamo una mano all’azienda». Giovanna Loma è una storica dipendenti della Tessitura Santi, dove lavora da 26 anni. Una famiglia di cui Giovanna si sente parte. Lei come gli altri lavoratori disposti ad attendere qualche settimana in più lo stipendio, se necessario. E pronti a lavorare, se serve, il sabato e la domenica. «Stiamo cercando di andare incontro alle esigenze della tessitura – spiega Loma, residente a Vertemate – In questo periodo ci sono tante commesse, è un’occasione importante, perciò non ci tiriamo indietro e veniamo in ditta anche nel fine settimana». Oggi sono 54 i dipendenti, erano più di 90 negli anni d’oro. Le commesse alla Santi non mancano, i clienti per i semilavorati greggi nell’ultimo periodo sono anzi cresciuti, quel che fa difetto è il credito, il sostegno delle banche. Perciò le buste paga, un anno e mezzo fa, non erano piene come dovevano essere, ma i dipendenti non hanno fiatato, cercando di difendere la tessitura, la famiglia Santi, il posto di lavoro.

Il saldo degli stipendi è tornato in pari. Merito anche di un surplus di ordini nel 2015, la tessitura Santi ha quasi triplicato il suo portfoglio. Segnali di ripresa, resta però il nodo del credito.

«Il contributo dei dipendenti nel lavoro e nella disponibilità è prezioso – riflette Marco Santi, il titolare – Ci tengo però a chiarire che i mezzi finanziari sono comunque garantiti dai beni della nostra famiglia. Serve un accordo con le banche per rilanciare la tessitura, non una gentile concessione o una donazione».

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