Verde
a Como
finisca
l'abbandono

Quando fu presentato, nel 2002, il servizio "Global service" creò immediate e straordinarie aspettative nei comaschi, da sempre molto attenti alla cura del verde. Fu uno dei primi passi dell'amministrazione Bruni, annunciato in pompa magna, e avrebbe dovuto segnare una pagina storica per la città.
Poco importò, allora, che il taglio del nastro coincidesse con la cacciata del primo di tanti assessori: Christian Mantero. Recitano le cronache che nel settembre 2002, a soli tre mesi dall'insediamento della Giunta, gli bastò denunciare che la città era sporca («Como fa schifo per colpa dei comaschi») per essere messo alla porta dal sindaco. Il nodo - in realtà - era proprio l'opposizione dell'assessore al verde al "Global service". Bruni fece spallucce, consegnandogli il foglio di via: «È inutile denunciare senza proporre soluzioni». Ma, si sa, le rivoluzioni fanno sempre qualche vittima e nessuno si scandalizzò più di tanto.
Da allora sono passati dieci anni e il "Global service" ha mostrato tutti i suoi limiti. Le richieste, le denunce e le segnalazioni sul degrado del verde pubblico si sono sprecate nell'arco dei due mandati della Giunta Bruni, fino a comporre un rosario ben poco invidiabile, in centro come in periferia. Queste stesse colonne, prima in cronaca e da oltre un anno in modo sistematico sulle pagine dei quartieri, hanno denunciato a più riprese l'abbandono del verde pubblico, delle aiuole, dello sfalcio dell'erba. A volte il Palazzo è intervenuto, in altre circostanze le situazioni si sono trascinate penosamente, senza dare soddisfazione alcuna ai residenti e offrendo uno sconfortante biglietto da visita ai turisti.
La nuova amministrazione, in campagna elettorale, ha puntato molto sulle piccole cose e sulla cura del verde in particolare. Ora prova a cambiare rotta rispetto al "Global service", con quello che con altrettanta civetteria chiama lo "spacchettamento" degli appalti per la manutenzione del verde urbano. L'obiettivo dichiarato è di «aumentare la qualità degli interventi».
Operativamente significa che tra la fine di quest'anno e l'inizio dell'anno prossimo verranno bandite una serie di gare per la manutenzione ordinaria e straordinaria del verde comunale. L'indirizzo di Giunta prevede che i primi provvedimenti riguardino il cosiddetto "appalto 1" (diserbo di viali, piazzali e superfici pavimentate, pulizia dei pozzetti, mantenimento di prati e siepi, realizzazione di aiuole fiorite e fioriere) e l'"appalto 2" (il bando da 250 mila euro per le potature è stato pubblicato ieri sul sito del Comune e scade il 22). Per tutti gli altri servizi verranno indette invece gare singole, sulla base dei progetti predisposti dagli uffici comunali.
Lo spezzatino degli appalti non è piaciuto affatto al PdL, che ha depositato un'interrogazione per chiedere come mai il Comune va incontro «a maggiori spese rispetto al "Global service", a fronte di minori servizi erogati». E li quantifica anche: 160mila euro all'anno. Che, tradotto, significa 320mila euro nel biennio. Una richiesta di chiarimento legittima, che per altro ha visto l'immediata replica dell'assessore Daniela Gerosa: «Non è affatto detto che costi di più lo spacchettamento».
Punto e a capo. Ma adesso è forse il caso di evitare la solita sarabanda di repliche, contro repliche, accuse e contro accuse. Il "Global service" ha fallito ed è un dato di fatto, a questo punto la nuova amministrazione provi strade diverse per migliorare lo stato francamente penoso del verde pubblico e si assuma fino in fondo tutte le sue responsabilità. Poi tireremo le somme. Ai comaschi non importa proprio nulla dei paroloni, di servizi globali o spacchettati. Quel che importa è che la stagione dell'abbandono finisca.
Emilio Frigerio

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