Diamo pure
un mano
ma dateci
bus e treni

  Il Comune di Como ha scelto di coinvolgere i cittadini nel tentativo di limitare, per quanto possibile, l'inquinamento dell'aria.
Quanto siano dannose le polveri sottili che inaliamo ogni giorno ce lo spiegano da anni i pneumologi ma si ha l'impressione che abbiano sempre predicato nel deserto. Perché nonostante tutti conoscano perfettamente quali siano rischi e conseguenze sulla nostra salute, nessuno - dallo Stato giù sino alle Regioni, le Province e ai Comuni - ha mai scelto di intraprendere una via scientificamente seria per ridurre sensibilmente le emissioni inquinanti nell'aria. Misure che per essere efficaci dovrebbero essere impopolari, ma che una classe politica in grave debito di consenso e in perenne campagna elettorale non prenderà mai. Le targhe alterne non hanno mai funzionato, così come gli sbandierati blocchi totali del traffico, che totali lo erano soltanto nell'intestazione delle delibere della Regione. Tali e tante sono le eccezioni, infatti, che i blocchi si sono rivelati solennissime prese in giro. Né hanno avuto effetti risolutivi le limitazioni in determinate aree, vedi Milano, perché lo smog, di solito, vaga bellamente dalla zona A alla B alla C senza nemmeno avere il pass.
Peggio ancora a Como, dove la conformazione della convalle ha reso i cosiddetti blocchi totali una barzelletta, pure poco divertente: la necessità di preservare le vie di transito per l'accesso al lago e alla Svizzera fanno sì che quando a Como c'è il blocco si circola come prima. Per non parlare delle deroghe concesse alle auto più nuove, come se dai loro tubi di scappamento uscisse aria di montagna.
Insomma, finora la Regione ha partorito soltanto provvedimenti inefficaci e demagogici. Ma qualcosa di meglio non è che sia scaturito dalle Province o dai Comuni, anzi. A Cantù e a Erba, giusto per scendere nel concreto, hanno spostato le centraline di controllo in zone periferiche e i valori sono miracolosamente scesi. Come nascondere il pattume del salotto sotto il tappeto.
Lo smog non è fatto di solo traffico: ci sono gli impianti di riscaldamento e quelli industriali. Per i primi è la Provincia a fare i controlli, che non possono essere particolarmente capillari; inoltre, sta entrando in vigore l'obbligo delle termovalvole negli edifici con impianti di riscaldamento centralizzati. E' già qualcosa, come sono positivi i controlli annunciati negli edifici pubblici, per evitare sprechi di denaro e per limitare le emissioni nocive. Per inciso, non sarebbe nemmeno male se qualcuno desse un'occhiata ai negozi con le porte spalancate in pieno inverno: pagheranno sì di tasca loro, ma non si vede perché le loro caldaie debbano inquinare il triplo.
E' evidente, comunque, che al di là delle imposizioni si può sperare nei risultati solo con la collaborazione del singolo cittadino. Che può scegliere il bus, il treno o la bicicletta anziché l'auto, o può abbassarsi di un paio di gradi la temperatura in casa senza morire di freddo. Certo, serve la collaborazione di tanti singoli cittadini. E in questo senso ben venga l'iniziativa del Comune che coinvolge i comaschi, informandoli in anticipo sul rischio smog: «Domani sono previsti valori alti, cercate di non usare l'auto».
Ammettiamolo: la possibilità che ne derivino risultati concreti è bassina, ma il tempo speso ad educare non è mai sprecato. Per cui accogliamo pure l'invito. Se poi dall'ente pubblico oltre che consigli arrivassero anche treni decenti e in orario, bus sui quali si riesce a salire o piste ciclabili degne di questo nome, saremmo ancora più soddisfatti.
Mauro Butti

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