La giunta Lucini,
Colombo e l’uovo

Oltre alle tante mission (più o meno impossible) governative del premier Renzi ce n’è una politica: allargare il consenso della sinistra, che, come sanno anche i sassi, non sarà mai autosufficiente per governare un paese che mantiene un’anima moderata d’acciaio. Un input che dal centro si irradia alla periferia ma che a Como, non sembra essere stato raccolto, se non da uno che proprio renziano non è: il sindaco Mario Lucini.

La mission impossible del primo cittadino lariano è quella di trovare un sostituto di Giulia Pusterla per l’assessorato al Bilancio. E Lucini, stando a quanto si è appreso, avrebbe gettato lo sguardo anche al di là dei confini della maggioranza che lo sostiene. Tra i papabili sarebbe stato sondato anche (ma non solo, dettaglio non trascurabile) Alessandro Colombo, ex assessore al Bilancio a palazzo Cernezzi e in amministrazione provinciale sotto le bandiere del centrodestra. L’iniziativa, censurata dagli organismi dirigenti cittadini del Pd, oltre a rispondere all’esigenza di individuare una figura non digiuna della materia, potrebbe anche avere l’obiettivo di riconciliare il sindaco con quel blocco sociale alieno al centrosinistra che, stando ai conti della serva, gli avrebbe portato più o meno 4mila consensi alle elezioni del 2012. Per rimanere nei numeri, si potrebbe anche evidenziare che gli iscritti del Pd a Como città sono circa 170.

Il significato politico della scelta di un assessore esterno al recinto della maggioranza, oltre a determinare un arricchimento sul piano programmatico, potrebbe anche costituire un’ipoteca sul secondo mandato. Ammesso che Lucini, alle prese con le spine del primo, abbia voglia di tentare il bis. Si sa però che, specie in questi tempi di vacche non magre ma scheletriche, in cinque anni è quasi impossibile concludere un progetto amministrativo per una città delle dimensioni di Como. Del resto le condizioni che hanno portato all’elezione dell’attuale sindaco quasi due anni fa, sono pressoché irripetibili. Un ballottaggio senza storia con l’incolpevole Laura Bordoli, zavorrata dalle magagne dell’amministrazione Bruni. Il centrodestra, però, dietro l’apparente immobilismo, si sta organizzando per la prossima tornata. E anche questa volta “cherchez la femme”. Lo scontro frontale tra il sindaco e i commercianti sull’allargamento della ztl è una pacchia per i rivali di Lucini. Insomma, la scelta del nuovo assessore è cruciale non solo per le deleghe che gli o le verranno assegnate. La questione non è il Colombo ma caso mai l’uovo (l’ottimo Alessandro perdonerà il banale gioco di parole). Da ciò che uscirà dal quell’uovo dall’ atomizzazione in corso nel centro politico potrebbero liberarsi nuove da incanalare nel centrosinistra, importanti per punteòòare il destino di Lucini, per la capacità propulsiva della sua amministrazione e, di conseguenza, per le sorti future della città.

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