L’Oscar del design
e l’orgoglio da seminare

Tre aziende della nostra provincia in lizza per un Oscar. Perché questo è il Compasso d’oro, anche se a volte è proprio sul territorio che il prestigioso riconoscimento sembra venire dimenticato o almeno sottovalutato. Sarà il prezzo dell’abitudine: l’hanno collezionato tanti personaggi e imprese che appartengono al Distretto e alla sua storia.

E si sa che l’abitudine è una nemica particolarmente insidiosa: toglie la capacità di sorprendersi, che è il sale dell’attività umana. Quella meraviglia che sprona a trovare nuovi stimoli e che rafforza l’orgoglio come la creatività. La tripla nomination è rilevante soprattutto nell’anno di Expo, come è emerso tra gli organizzatori. Un riconoscimento internazionale, nell’anno che dovrebbe portare il mondo anche qui, nella patria del design.

Come un amplificatore di una musica a cui già offre un palcoscenico speciale l’Associazione per il Design industriale.

L’“Oscar del design” è senz’altro destinato a ricevere ulteriori apprezzamenti dagli stranieri, così come i visitatori del Salone del Mobile da ogni Paese impazziscono per i prodotti italiani (e brianzioli). Ma qui, sul territorio ce se ne rende conto sul serio? Quale ospitalità. quale vetrina si è offerta con costanza a questa opportunità? A Cantù, nella sede del Clac, si era cercato di accogliere la collezione, poi volata verso altri lidi. E mai valorizzata quanto meriterebbe.

È questione di cultura, probabilmente, una cultura da difendere perché continui a crescere. Uno degli stessi premiati, Antonio Citterio, invocò pochi mesi un’Accademia del design, denunciando la differenza - ad esempio - tra un Ticino che marcia spedito per progettare una scuola della moda e una Como più lenta sui suoi creativi.

Gli imprenditori comaschi in realtà hanno saputo recuperare e rinsaldare il rapporto con molte scuole tecniche, a partire dal Setificio, il che nel tessile sta dando i suoi risultati. Ancora, si sono offerte altre risposte alla formazione, collaborando con gli istituti dedicati al settore del legno e realizzando il Polo formativo nella vicina Lentate.

Ma nell’anno di Expo, a maggior ragione, serve di più. Occorre una nuova consapevolezza. Pochi giorni fa i disegnatori tessili facevano una constatazione: Comocrea si terrà a Cernobbio appena prima e nelle battute successive dell’Esposizione universale, come da copione, tuttavia si meriterebbe una vetrina. All’interno del Padiglione Italia, di quello spazio sotto i riflettori conquistato per il mese d’agosto, oppure a Como, o entrambe le cose.

I visitatori dell’intero pianeta che arriveranno sul Lario, scopriranno che il lago è meraviglioso, ma che ciò fanno nascere gli uomini da queste parti, innesca uno stupore ugualmente potente.

Vale per il tessile, vale per l’arredo. Il design è un paesaggio che racconta la Brianza come la terra e l’acqua circostanti e la proietta oltre ogni confine.

Questo ci comunica il “Compasso d’oro”, come la serie di personaggi che l’hanno conquistato nei decenni.

E in fondo ricordarlo al mondo è ancora più importante, perché lo rammenta a noi e ci trasmette un nuovo impulso per portare avanti questa storia immensa prodotta dalle nostre aziende.

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