Frontalieri alla nuova battaglia
"Anche noi le detrazioni fiscali"

Rivolta dei lavoratori italiani oltrecofine: serve una legge che amplia anche a loro la possibilità di detrazioni previste per chi sostiene spese sul risparmio energetico e le ristrutturazioni edilizie. E questa è la proposta presentata dal coordinatore nazionale della Cgil-frontalieri, Claudio Pozzetti.

Una nuova battaglia in arrivo per i frontalieri comaschi, doipo la vittoria ottenuta sullo scudo fiscale. «I frontalieri non hanno la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali. Serve una legge che porti risorse a questi lavoratori: puntiamo sul sostegno al risparmio energetico e alle ristrutturazioni edilizie». Parte da questa considerazione la proposta presentata dal coordinatore nazionale della Cgil-frontalieri, Claudio Pozzetti. Secondo il sindacalista comasco, i frontalieri spendono i salari in Italia e portano nel Belpaese anche le quote dei ristorni, pari al 40% delle tasse pagate. Nel 2008 sono stati 35 i milioni di euro portati in Italia con i ristorni. «Il fatto di avere lo stipendio tassato dal paese straniero impedisce ai lavoratori frontalieri di usufruire delle detrazioni fiscali come quelle per le ristrutturazioni edilizie (36%) e del risparmio energetico (55%) - ha spiegato Pozzetti -. Sono quindi esclusi da una delle principali agevolazioni fiscali degli ultimi anni. Serve un intervento politico capace di ristabilire la parità di diritti in fatto di incentivi fiscali fra i frontalieri e gli altri lavoratori».

La Cgil punta su un meccanismo che permetta di utilizzare una parte dei ristorni per finanziare gli incentivi ai frontalieri. «Si possono valutare diverse ipotesi, con l’obiettivo di dedicare una parte dei ristorni al finanziamento degli incentivi per i frontalieri - ha aggiunto Pozzetti -. Questa strada rispetta lo spirito della normativa sui ristorni e ha altri pregi. Punta sullo sviluppo dell’economia rispettosa dell’ambiente e sostiene l’edilizia, uno dei settori in ginocchio a causa della crisi. Inoltre crediamo che le risorse sottratte agli enti locali che attualmente ricevono questi fondi da Roma non saranno eccessive».

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