Il biberon scalda troppo
Processo contro l'Artsana

Denuncia del Codacons di Torino: l'apparecchio raggiungeva temperature superiori ai 120 gradi centigradi

COMO Il direttore responsabile della qualità dei prodotti di Artsana sarà processato a Como il prossimo 18 febbraio con l'accusa di «immissione sul mercato di prodotti pericolosi». Le contestazioni riguardano un apparecchio per scaldare biberon immesso qualche anno fa sul mercato e finito al centro di una denuncia del Codacons di Torino. Scaldava fin troppo... bene, raggiungendo temperature superiori ai 120 gradi centigradi, con l'ovvia conseguenza di provocare addirittura lo scioglimento dei biberon in policarbonato.
L'inizio dell'indagine risale al luglio del 2005, quando un primo esposto viene presentato alla Procura del capoluogo piemontese dalla mamma di un bambino di due mesi che si è ritrovata con un biberon fuso a causa di quell'anomalo surriscaldamento. Il procuratore torinese Raffaele Guariniello affida l'incarico di una prima consulenza tecnica a Riccardo Tommasini, docente del Politecnico di Torino, il quale certifica l'effettiva, potenziale pericolosità dell'apparecchio "made in Artsana". Il fascicolo passa a Como, tribunale competente per territorio, la cui Procura chiede tuttavia un'archiviazione, alla quale il Codacons piemontese, nella persona dell'avvocato Tiziana Sorriento, si oppone. Il gip ordina allora una seconda perizia, riaffidandola al Politecnico, i cui esperti confermano tutto. E ora si va a processo.

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