Pratiche a rilento:
è caos per le badanti

Oltre 3.000 famiglie non sanno quando si concluderà la propria pratica di sanatoria. Sanno solo che è complessa, richiede la presentazione di un malloppo di documenti e questo rappresenta costi e disagi con incognite. Questura e Prefettura sono sotto pressione

COMO Un colpo di bacchetta magica e 3.213 badanti clandestine in provincia di Como sarebbero emerse, avrebbero avuto il permesso di soggiorno: è stata una pia illusione.  Oltre 3.000 famiglie non sanno quando si concluderà la propria pratica di sanatoria. Sanno solo che è complessa, richiede la presentazione di un malloppo di documenti e questo rappresenta costi e disagi con incognite. Questura e Prefettura sono sotto pressione e, del resto, nessuno ha ancora individuato il sistema per servire il cittadino nel rispetto delle leggi, del fabbisogno sociale e del senso umanitario. Sembra che le tre cose confliggano, in un quadro di burocrazia che costringe a chiedere il certificato di abitabilità di un albergo, altrimenti la lavoratrice extracomunitaria non può alloggiarvi. È un caso paradossale, ma è successo in questi giorni: tra i documenti richiesti per l’emersione di una colf, anche il «certificato di idoneità alloggiativa», per evitare che l’extracomunitario abbia il lavoro, condizione per ottenere il permesso di soggiorno, ma abiti in un tugurio o in una situazione di sovraffollamento. Il datore di lavoro ha dunque appoggiato la colf - badante in una camera d’albergo, in attesa di soluzione definitiva. Che certificato deve portare? Il caso è aperto. E sono aperti anche i conti: è la matematica a dire che occorreranno un paio d’anni per mettere tutti in regola.

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