Gli svizzeri perdono il lavoro
E' boom di frontalieri, costano meno

Aumenta la disoccupazione oltrefrontiera, in Canton Ticino ormai i senza lavoro hanno segnato un balzo al 5,1% un dato altissimo per una regione che ha sempre viaggiato intorno al 2%. ma la vera notizia è la crescita dei lavoratori frontalieri italiani: ormai hanno raggiunto quota 44mila.

Il Canton Ticino chiama. E la Svizzera aumenta il suo interesse per il made in Italy. Sia per i prodotti, ma ora soprattutto per la manodopera, per i lavoratori italiani, frontalieri comaschi e varesini, in particolare. Dati e una tendenza importanti confermano l’interesse di fronte non solo al già nutrito esercito di piccoli imprenditori, artigiani e micro-aziende, negli ultimi sei mesi hanno varcato il confine per lavoro 255 piccole imprese. Ma adesso è esploso anche il fenomeno della manodopera. Un flusso di lavoratori frontalieri che si sta ingrossando di mese in mese, tanto da arrivare oggi a sfiorare le 45mila unità. La causa la esprimono con tono non poco preoccupato i sindacati italiani ed elvetici: contratti individuali, stipendi cioé sensibilmente inferiori a quelli stabiliti da contratti collettivi di lavoro, quando esistono, oppure inferiori a quelli stabiliti dalla legge sull’Obbligatorietà generale, che fissa i minimi salariali in assenza di contratti nazionali. È questo il segreto del fenomeno, anche per una Svizzera attraversata da una pesante crisi economica, così come pesantemente investe il Canton Ticino: pesante la perdita di posti di lavoro, ma con pochissime chiusure d’azienda. In particolare è colpito, in Ticino, il settore manifatturiero che vanta una presenza rilevante di aziende metalmeccaniche. «A dire il vero - spiega Roberto Cattaneo, coordinatore lavoratori frontalieri della Uil - è elevato il ricorso alla riduzione dell’orario di lavoro settimanale, con il rimborso delle ore di lavoro perse da parte della cassa disoccupazione svizzera, una sorta di Cig italiana, ammortizzatore che Berna ha esteso da 12 a 18 mesi». Ma i dati parlano chiaro: l’osservatorio del mercato del lavoro del Ticino, denuncia infatti una situazione di crisi economica, che sembra essere di entità solo leggermente più lieve rispetto alla media dell’Italia e dei Paesi Ue. «La disoccupazione - spiega Cattaneo che ha elaborato gli ultimi dati diffusi in Ticino - in Svizzera è passata dal 2,6% al 4%, con un aumento dell’1,4%. Ma nel Canton Ticino chi ha perso il lavoro è passato dal 4,1% al 5,1% e l’aumento è stato dell’1%». Ma è nella seconda parte dell’analisi di Cattaneo che emerge la «contraddizione» apparente della crisi: l’occupazione dei frontalieri in Ticino è andata aumentando dall’inizio dell’anno. Esattamente del 2%, e il numero dei frontalieri occupati in Ticino ha così superato le 44.000 unità. Un fenomeno non certo isolato al Ticino, ma riscontrato in tutti i Cantoni svizzeri, collocati ai confini. Così che l’occupazione dei frontalieri in tutta la Svizzera è aumentata dell’1,3%: oggi i frontalieri che complessivamente lavorano in tutti i Cantoni svizzeri sono saliti a 215.000.

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