Operai senza stipendi da 6 mesi
In ritardo la cassa integrazione

Aziende che avevano presentato la domanda nel mese di giugno, ormai sei mesi fa, stanno ancora aspettando. E non è ancora l’ultimo atto: ora è l’Inps che dovrà disporre i pagamenti, circa 800 euro al mese per ogni lavoratore cassaintegrato che ha vissuto due stagioni d’attesa. E in lista ci oggi sono ormai arrivate a 438 le domande da smaltire, per 2.251 lavoratori.

Cassa integrazione in deroga nel comasco: la Regione Lombardia ha autorizzato in questi giorni le erogazioni a beneficio di aziende che avevano presentato la domanda nel mese di giugno, ormai sei mesi fa. E non è ancora l’ultimo atto: ora è l’Inps che dovrà disporre i pagamenti, circa 800 euro al mese per ogni lavoratore cassaintegrato che ha vissuto due stagioni d’attesa. E con lui, anche il datore di lavoro, come testimonia Tania Benati, imprenditrice di Cucciago. La procedura, solo via internet, sembrava semplice e veloce; invece qualcosa s’è inceppato nel meccanismo che sarebbe dovuto intervenire a sostegno del reddito. E s’è inceppato in Amministrazione provinciale, l’ente al quale la Regione ha delegato l’istruttoria delle pratiche, forse nella convinzione che la vicinanza al territorio avrebbe snellito l’iter burocratico e facilitato i controlli. Evidentemente, non c’erano altre soluzioni a portata di mano: la macchina s’è mossa al rallentatore e ha trovato semafori rossi in serie. «Ma l’arretrato di una marea di domande è stato azzerato - conferma l’assessore provinciale al Lavoro, Alessandro Fermi -. È una questione molto complessa, però imprenditori e lavoratori dicono il vero quando affermano che le autorizzazioni per l’accesso alla cassa integrazione in deroga pervengono lentamente: sono sopravvenuti problemi di gestione delle pratiche che solo da poco abbiamo risolto e il meccanismo ora funziona». Sul sito dell’amministrazione provinciale, alla voce «lavoro» è pubblicato l’elenco delle aziende che hanno fatto domanda di cassa integrazione in deroga, ma si contano sulle dita di una mano le autorizzazioni regionali concesse. «Il problema è innanzitutto di rapporti istituzionali - spiega Rodolfo Di Gilio, dirigente del settore - la Regione ha approvato la norma sulla cassa integrazione in deroga, ma l’esame e la validazione delle domande sono in capo alle Province, le quali avrebbero avuto 15 giorni di tempo per l’istruttoria. Ci siamo trovati con 200 domande a giugno e neppure un ufficio, perché l’accordo è stato fatto tra Regione e parti sociali, senza coinvolgere le Province che avrebbero esposto le proprie difficoltà. Ci siamo dovuti inventare tutto, mentre iniziava il periodo delle ferie, luglio e agosto, quando anche i nostri dubbi interpretativi, rivolti alla Regione, non potevano essere evasi e ne insorgeva almeno uno al giorno».

Un rimpallo di responsabilità, mentre i lavoratori aspettano? «Mi rendo conto del problema. Un problema grave, perché riguarda le famiglie alle prese con la vita quotidiana, scadenze, impegni e spese - assicura il dirigente -. Ma non eravamo in grado di operare, mentre le domande affluivano e sono ormai arrivate a 438 per 2.251 lavoratori. Intanto, si è riunita più volte la sottocommissione per esaminare la situazione, ma il problema è stato risolto da poco, potenziando l’ufficio con cinque persone, a scapito di altri uffici provinciali». Le banche avevano garantito l’anticipo della cassa integrazione, ma finché la pratica non è almeno validata dall’amministrazione provinciale, non erogano il pagamento: anche la strada dell’anticipo da parte degli istituti di credito si è dunque preclusa. La pubblicazione dell’elenco delle ditte che hanno ricevuto l’ok provinciale dovrebbe riaprire il canale tra gli interessati e le banche, ma ora a che punto è la situazione a Villa Saporiti? «L’arretrato è stato smaltito - conclude Di Gilio - e con enorme fatica. Va aggiunto che abbiamo in gestione, da aprile, anche le domande di mobilità, su delega regionale, oltre 2.000 esaminate e questo rappresenta un onere supplementare. Ma per velocizzare, abbiamo ridotto il passaggio nella sottocommissione ed ora è possibile dire che il meccanismo ha superato la fase di rodaggio. Le domande saranno esaminate rapidamente».

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