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Giovedì 07 Gennaio 2010
In carcere non c’è il dentifricio
Ci pensano gli aiuti della Caritas
L’amministrazione penitenziaria non passa i prodotti per l’igiene personale e c’è chi non ha proprio soldi per comperarli, né parenti per farseli portare. Intervengono così le Caritas parrocchiali coordinate dalla Caritas diocesana, chiedendo ai fedeli un gesto di solidarietà. E la spesa complessiva per sapone e dentifricio ai meno abbienti non è poca cosa: 20.000 euro l’anno circa, pari ad un camion di prodotti
E quasi a fine anno, nella giunta del 14 dicembre, è stata approvata la «Convenzione tra il Comune di Como e la Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus per la realizzazione di interventi a favore di situazioni di grave marginalità - Approvazione impegno di spesa di 35.000 euro». La determina dirigenziale è del 19 agosto; è approdata in giunta tre mesi dopo, aumenta l’impegno di spesa di 5.000 euro, perché riconosce il servizio sociale esercitato da “Porta Aperta” della Caritas, ma arriva alla fine dell’anno a cui si riferisce, il 2009. L’amministrazione provinciale ha erogato 24.000 euro, ridotti rispetto ai 30.000 degli anni passati e il resto del fabbisogno per il funzionamento di Porta Aperta, 60.000 euro l’anno, è coperto con i fondi dell’8 per mille.
«Tutti gli anni dobbiamo bussare agli enti locali, dimostrando che il nostro è un servizio sociale e che collabora con le istituzioni, con i loro servizi. Ma i fondi arrivano dopo mesi e ogni anno dobbiamo ricominciare a cercarli - sottolinea il direttore della Caritas, Roberto Bernasconi - Forse dovremmo instaurare un discorso diverso».
M. Cast.
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