Como, vandali in azione
Due auto date al rogo

L'episodio in via Castellini. I piromani hanno dato alle fiamme e distrutto una Fiat Panda e una Stilo. Analogo raid lo scorso inverno

COMO Vandali in azione in via Castellini, stretto canyon d'asfalto tra una fabbrica dismessa e pericolante e una serie di condomini, messi spalla contro spalla a ridosso della zona caserme. È accaduto giovedì notte, quando un rogo ha ridotto in carcasse una Fiat Panda e una Stilo, parcheggiate ai lati della stretta via. Nessuno degli abitanti della zona ha vissuto l'avventura di affacciarsi alla finestra prima del rogo: cosa sia accaduto negli istanti precedenti l'incendio, insomma, resta un mistero.
L'ipotesi più probabile è che qualcuno, passando nottetempo da via Castellini, abbia dato fuoco alle due auto parcheggiate la Stilo dietro la Panda, riuscendo poi a fuggire prima che qualcuno si accorgesse dell'accaduto.
Di sicuro si esclude un atto mirato contro i proprietari delle due vetture. Più probabile un'incursione dettata dalla noia, che riporta alla mente i ben più eclatanti raid del novembre scorso compiuto tra le province di Como, Lecco e Milano da due giovani piromani capaci di dare alle fiamme 49 tra auto e camper, compiuta però nella città capoluogo e non in semi isolati parcheggi della Brianza.
E nella zona i residenti sbuffano, pensando non solo a quanto accaduto nelle notti scorse, ma anche all'atto di vandalismo dell'inverno scorso, con una Fiat Punto incendiata davvero a pochi metri dalla Panda e dalla Stilo ridotte in cenere negli ultimi giorni, e alla presenza dell'ex Tintoria Lombarda, una piccola Ticosa incastonata tra edifici affollati di comaschi.  Nella carcassa di cemento che decenni fa - ma sembrano trascorsi secoli - ospitava una delle storiche aziende tessili lariane, ora è diventata un'hotel per i disperati, costretti a condividere un cencioso giaciglio con mucchi di immondizia, resti di tinture raggrumate un tempo utilizzate per i tessuti, soffitti pericolanti e pavimenti ricoperti di cicatrici che fanno pensare al peggio, per le sorti dell'ex fabbrica. Una vita fa cuore pulsante di una strada che oggi sembra costretta a fare i conti pure con i vandali.

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