Ibs, truffate mille persone
Sette dirigenti in arresto

Procura e fiamme gialle mettono in cella i vertici della società. Crac da 50 milioni di euro. Caccia al tesoretto nei paradisi fiscali

COMO - Avevano già bruciato - in gran segreto - 35 milioni di euro dei risparmi dei clienti, ma per consolarli hanno almeno pensato a un gradito cadeau: un pomeriggio sui go kart, a Montano Lucino, assieme al pilota di Formula 1 Vitantonio Liuzzi. Era la primavera 2009, il nome Ibs Forex girava il mondo sulla Force India del pilota svizzero (in cambio di un compenso di 540.485 euro) e di lì a pochi mesi il grande bluff della finanziaria autorizzata a operare sul mercato valutario della Banca d'Italia sarebbe stata spazzata via dalle sue stesse bugie. A poco più di un anno dalla clamorosa fuga da piazza Grimoldi degli amministratori della Ibs, la procura di Como e gli uomini del nucleo di polizia tributaria cittadino fanno scattare le manette ai polsi dei presunti artefici del crac, che ha messo nei guai 1385 risparmiatori.
In cella sono finiti il padre della Ibs, quel Graziano Campagna da Ariano Irpino che di sè diceva di essere meglio di Nouriel Roubini, il docente di economia della NY University che aveva previsto il crollo dei mercati finanziari, il direttore della finanziaria, Sandro Tiso da Benevento, l'amante di auto di grossa cilindrata e della vita agiata in quel di Lugano, e Gianluca Priano, l'ultimo presidente del consiglio di amministrazione. Ai domiciliari, invece, il primo presidente del cda, Tiziano Colombo, originario di Seregno e titolare di una società a Mariano Comense, e tutti i componenti del collegio sindacale, il pool di commercialisti di Ariano Irpino capitanato da AntonioSchiavo e composto anche da Tiziano Pasquale Perrina e Carmine Pompeo Antonelli.
L'accusa, per gli indagati arrestati all'alba di ieri dai finanzieri della tributaria comasca (su ordinanza di custodia richiesta dal pm Massimo Astori, e firmata dal gip Nicoletta Cremona), è di truffa aggravata, falso in bilancio, distrazione di fondi, bancarotta fraudolenta. In sostanza procura e fiamme gialle, dopo un anno di complessi accertamenti, contestano ai sette di aver scientemente nascosto ai risparmiatori i fallimenti sul mercato valutario del Forex, di aver bruciato oltre 35 milioni di euro in investimenti sbagliati, di aver premiato se stessi e i promotori con oltre 8 milioni in 4 anni, e di aver fatto sparire, chissà dove, altri 14 milioni.

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