Cl, ombre e luci
della lobby di Dio

Fa discutere l'inchiesta di Ferruccio Pinotti su Comunione e Liberazione (Chiarelettere). La Provincia lo ha intervistato.

di Laura d'Incalci

Non è impresa facile arrivare a definire cos'è Comunione e Liberazione. Si tratta del "movimento ecclesiale" suscitato da don Luigi Giussani che nel 1954 cominciò ad insegnare religione al liceo milanese Berchet. E di quel suo carisma affascinante e controverso, inizialmente espresso come una sfida controcorrente in un mondo che stava perdendo il legame con la tradizione cattolica, e che oggi rappresenta un fenomeno esorbitante, che si traduce in una rete articolata e imponente di iniziative, imprese, investimenti, opere sociali, politica, cultura, potere. Una sintesi di questo mondo vasto e variegato si raccoglie gettando un colpo d'occhio sulle oceaniche folle del Meeting di Rimini assorbite da mostre e dibattiti culturali, quasi un simbolo della versatile traduzione della fede in occasioni di incontro, arte e dialogo. Un evento che  raccoglie consensi di molti intellettuali di matrice laica come Gianpaolo Pansa, Aldo Cazzullo, Pupi Avati, ma non in tutti suscita gli stessi positivi riscontri. Ferruccio Pinotti autore di una «prima vera inchiesta su Comunione e Liberazione» - volume di oltre 400, pagine edito da Chiarelettere con il titolo "La lobby di Dio" - è  agguerrito nel denunciare corruzioni, disfunzioni e limiti, fin dal primo impatto con la stessa kermesse riminese: «Sotto l'allegria di facciata, nei volontari affiorano l'insicurezza e la paura: molti ragazzi sono entrati in Comunione e liberazione perché non avevano amici... per trovare lavoro» scrive.

Pinotti, ma è proprio tutto in negativo il fenomeno ciellino?

«All'interno del movimento ci sono persone di grande fede che vanno valutate positivamente, tuttavia questa realtà è certamente un grande collettore di aspirazioni e di solitudini personali, un potentissimo ascensore sociale».

Lei vede unicamente complotto, plagio, strumentalizzazione e corruzione in ogni piega del movimento di Cl. Qual è la molla in questa interpretazione?

«È indubbio che il sistema della Compagnia delle Opere è un sistema efficace che aiuta le imprese, favorisce i rapporti con il mondo politico-economico, del credito, e attrae molte aziende, però è anche un sistema chiuso che aiuta soltanto gli associati in una logica di cooptazione, di conseguenza Cl piazza ovunque i propri manager a partire dalle società partecipate dalla regione».
Pinotti contesta anche il principio di sussidiarietà che non è certo di invenzione ciellina, ma trova riferimento nella dottrina sociale della Chiesa. Nell'ambito scolastico, ad esempio, dà voce all'analisi della Cgil che vede come il fumo negli occhi il privato. Eppure nel 2000 l'allora  governo di sinistra licenziò una legge che istituiva il sistema integrato pubblico-privato.

Lei ritiene che la "lobby di Dio" abbia un potere così ampio e forte da incidere anche sulla sinistra?

«Io credo di sì: Cl ha un forte trasversalismo e molti politici che credono nella sua ideologia. Lo stesso Berlinguer era fra questi e oggi l'intergruppo parlamentare per la sussidiarietà conferma questa tendenza: certe istanze di Cielle come la sussidiarietà, sono diventate patrimonio della sinistra. Il problema è come vengono realizzate, a volte penalizzando strutture pubbliche».

Sembrerebbe di capire, leggendo la sua inchiesta, che il consenso del leader ciellino Formigoni sia imperniato su logiche di potere. Ma - è un fatto - esso poggia su un elettorato eterogeneo che non è certo di soli ricchi affaristi o di aderenti a Cl che rappresentano un 5%. Come lo spiega?

«Ma i ciellini sono una minoranza molto attiva, abile nella comunicazione, hanno creato per il leader un sistema di consenso molto ramificato ed efficace».

Una corposa parte del libro riguarda scandali e inchieste che «in Italia muoiono strada facendo specialmente se a essere chiamata in causa è la lobby di Dio». Sembrerebbe però colpa del sistema giudiziario...

«Effettivamente queste inchieste finiscono sempre nel nulla. I vertici di Cl e di Cdo hanno una forte preparazione giuridica e sono abili nell'utilizzare escamotage legali».

Nel suo libro Cl viene tratteggiata come una setta, ma al tempo stesso come un movimento che ha ricevuto la benedizione di due pontefici. Non è contraddittorio?

«Movimenti come Cl e Opus Dei marcatamente segnati da un anticomunismo furono congeniali agli intenti di Papa Wojtyla durante la guerra fredda. Al tempo stesso essi si sono consolidati secondo ritualità e atteggiamenti settari, come una sorta di "chiese nella chiesa"».

Cosa si aspetta da questo libro?

«Che nasca un confronto intelligente: un invito all'autocritica all'interno e ad una maggior  conoscenza per chi  ne è al di fuori».

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