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Venerdì 18 Febbraio 2011
Addio alla carta e ai microfilm
Un secolo di giornale in digitale
Accessibile su pc tutto l'archivio della Provincia custodito in biblioteca a Como. Vedere il primo numero del quotidiano La Provincia, datato 26 marzo 1892? O, semplicemente, andare a vedere i fatti di cronaca del giorno in cui si è nati? Ora si può
La giunta del Comune di Como ha dato il via libera, su proposta dell'assessore alla Cultura Sergio Gaddi, all'accordo tra Palazzo Cernezzi e La Provincia di Como Editoriale spa per la digitalizzazione dell'archivio storico. Si tratta di una mole di circa 400mila pagine che costituiscono un documento della storia della città di Como, vista attraverso i fatti di cronaca, di politica, di costume.
Per trasformare i microfilm in file digitali ci vorranno alcuni mesi e la nuova postazione sarà attivata entro la fine dell'anno. «L'archivio de La Provincia - commenta Gaddi - è un patrimonio storico della città che adesso sarà utilizzabile in modo ancora più comodo e questo sarà certamente un vantaggio, per gli studiosi, i ricercatori o anche i semplici cittadini che vorranno soddisfare la loro curiosità. È per noi molto importante che la postazione sia in biblioteca, che è sempre più uno dei centri di produzione culturale di Como».
Soddisfatta anche la direttrice della biblioteca Chiara Milani: «È un ottimo servizio perché rispetto alla lettura a microfilm permette una lettura più chiara, con maggiori visibilità, chiarezza e consente la regolazione del contrasto. La ricerca sarà facilitata: adesso avviene pagina per pagina, dopo la digitalizzazione un software consentirà di fare ricerche mirate sulla base di parole chiave. Ricerche oggi quasi impossibili». Le vecchie copie di carta del quotidiano sono conservate con la massima cura, ma nessuno può toccarle in quanto troppo delicate. «Gli esemplari antichi - spiega ancora la responsabile - sono sotto carta antiacido per evitare che si sbriciolino e sono stati impacchettati così come suggerito dalla Soprintendenza. Grazie all'intuizione dei direttori degli anni 60-70 che hanno fatto microfilmare le copie, oggi possiamo procedere nella loro trasformazione in formato digitale. Restaurare le copie originali ha un costo molto elevato e noi le lasciamo al futuro nelle migliori condizioni possibili (sottovuoto, ndr) sperando che si trovino delle tecniche di restauro meno laboriose».
Gi. Ro.
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