Un arsenale in cantina
Scoperta allarmante in città

Dalla polveriera dell'esercito svizzero a un'anonima cantina di un popoloso condominio incastrato tra la Napoleona e la zona caserme. Forse definirle arsenale è eccessivo, ma di sicuro le pistole e il fucile d'assalto che i poliziotti della squadra volante hanno trovato venerdì pomeriggio in via Castellini potevano tranquillamente armare un commando di rapinatori

COMO Dalla polveriera dell'esercito svizzero a un'anonima cantina di un popoloso condominio incastrato tra la Napoleona e la zona caserme. Forse definirle arsenale è eccessivo, ma di sicuro le pistole e il fucile d'assalto che i poliziotti della squadra volante hanno trovato venerdì pomeriggio in via Castellini potevano tranquillamente armare un commando di rapinatori come pure qualche balordo la cui orbita ruota attorno alla malavita organizzata. Comunque roba da professionisti.
Armi di provenienza elvetica, scoperte quasi per caso in un pomeriggio che profuma di primavera, conservate con cura e nascoste tra il materiale edile stoccato da una società cooperativa ignara di tutto. Al punto che gli ignoti trafficanti d'armi avevano cambiato la serratura del magazzino stesso.
La polizia ha sequestrato cinque pistole, un fucile e non meno di duecento munizioni nello scantinato della palazzina al civico 4/f di via Castellini: un fucile d'assalto Sig di fabbricazione svizzera calibro 5 e 56, lo stesso in dotazione dell'esercito elvetico, con tanto di caricatori di ricambio e decine di munizioni; due pistole Sig Sauer calibro nove in dotazione, tra l'altro, all'esercito statunitense; la temibilissima Desert Eagle, una pistola di fabbricazione israeliana; una Walther ppk di fabbricazione tedesca, resa famosa dai film di James Bond; e infine un'ultima pistola Walther, di piccolo calibro. Accanto a tutte queste armi gli agenti hanno anche trovato non meno di duecento munizioni, tra le quali i cosiddetti full metal jacket, proiettili ad alta penetrazioni e quindi particolarmente distruttivi.
A dover ricostruire la provenienza delle armi e, soprattutto, la loro destinazione finale dovranno essere ora gli agenti della squadra mobile di Como.
A lanciare l'allarme sono stati i responsabili di una cooperativa edilizia, proprietaria della cantina dov'erano nascoste le armi. Un magazzino usato così di rado da essere stato letteralmente scippato dai mercanti di morte che avevano anche cambiato il lucchetto d'ingresso, tranciando quello precedentemente piazzato dagli allibiti proprietari dei locali.
Un sequestro particolarmente inquietante, quello di venerdì. Un carico di armi probabilmente in attesa di essere consegnato ad acquirenti che potrebbero averle ordinate agli anonimi trafficanti. Pistole, fucili e munizioni, si sospetta, arrivano dalla Svizzera. Ed erano tutte quante pronte a sparare.
P. Mor.

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Eco di Bergamo L'arsenale