Rogo nello studio legale
Colpa di un corto circuito

Una scintilla causata da un corto circuito. E poi il rogo che ha covato per quasi un'ora prima di scatenare l'inferno. L'inchiesta dei vigili del fuoco di Como sul violento incendio divampato nel primo pomeriggio di giovedì in via Albertolli, a due passi da piazza Cavour, non è ancora chiusa

COMO - Una scintilla causata da un corto circuito. E poi il rogo che ha covato per quasi un'ora prima di scatenare l'inferno. L'inchiesta dei vigili del fuoco di Como sul violento incendio divampato nel primo pomeriggio di giovedì in via Albertolli, a due passi da piazza Cavour, non è ancora chiusa. Ma il giorno dopo, le relazioni dei capisquadra dei pompieri raccontano di fiamme scatenate da un probabile guasto elettrico.
In realtà la ricostruzione di cosa possa aver causato la furia del rogo, divampato nell'ufficio di un'avvocatessa all'interno di uno studio legale al terzo piano del palazzo di proprietà delle assicurazioni Generali, non appare così agevole. L'incendio ha infatti causato danni ingentissimi all'interno dell'ufficio, ma gli unici inneschi possibili - a detta dei vigili del fuoco - potevano essere o il quadro elettrico oppure un mozzicone gettato inavvertitamente nel cestino della carta. Siccome l'ufficio era deserto da un paio di giorni, l'avvocatessa titolare infatti non era presente nello studio legale, l'ipotesi del mozzicone è stata scartata e, quindi, non resta che la strada del corto circuito.
Di sicuro il fuoco ha lavorato a lungo, prima che venisse lanciato l'allarme al 115. La scintilla ha innescato una combustione che, complice anche la pausa pranzo, si è alimentata indisturbata per oltre mezz'ora. Quando all'interno dell'ufficio il calore ha iniziato a farsi insopportabile le finestre sono esplose, lasciando entrare l'ossigeno che ha alimentato il rogo, provocando vere e proprie lingue di fuoco. La violenza dell'incendio ha anche danneggiato una trave di sostegno e solo il pronto intervento di una ditta privata, contattata dallo stesso studio legale, ha permesso di puntellare la trave stessa e scongiurare lo sgombero dell'appartamento al quarto piano del palazzo.

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