Senna, accusati di estorsione
Scarcerati i due minorenni

Convalidato l'arresto, ma il Gip li ha rimessi in libertà, anche perché si dovrebbe configurare una derubricazione del reato, con l'accusa che diventerebbe di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La causa del diverbio tra i giovani ci sarebbe una multa da 200 euro

SENNA COMASCO Sono tornati a casa dopo aver trascorso tre notti al fresco, al centro di prima accoglienza di Milano, a fianco del carcere Beccaria, i due ragazzini inizialmente accusati di estorsione nei confronti di un loro amico e arrestati dai carabinieri nel parcheggio del cimitero di Senna Comasco. Il Gip del tribunale dei minori di Milano, infatti, ha convalidato l'arresto, ma non ha ritenuto necessaria la custodia cautelare, anche perché non si configurerebbe più l'estorsione, bensì il reato - meno grave - di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Nei guai erano finiti due ragazzini (di 16 e 17 anni) di Senna Comasco che avevano preteso 200 euro da un loro amico, anch'egli diciassettenne. Ma, come spiegato anche dal legale di uno dei due, l'avvocato Arnaldo Giudici, la situazione sarebbe un po' diversa. O almeno è questa la versione dei due giovani arrestati.
I problemi, in realtà, sarebbero sorti tra il più giovane dei due accusati e la "vittima". I due si conoscono bene, tanto che un paio di mesi fa avevano fatto un giro sulla moto del diciassettenne. Arrivati a Cucciago, però, erano stati fermati da una pattuglia della Guardia di Finanza. Qui il maggiore dei due giovani sarebbe scappato e l'altro era stato controllato dai finanzieri. Sulla moto c'era solo un documento dove emergeva che non era stata effettuata la revisione. Alla fine, dopo l'intervento della madre di quest'ultimo, era stata elevata una contravvenzione da 200 euro proprio alla donna, in quanto unica maggiorenne presente. Da qui sarebbero nati gli screzi tra le due famiglie, anche perché era stato concordato - a logica - che i 200 euro dovevano essere sborsati dal proprietario della moto. Ma questo non sarebbe avvenuto finché, alla scadenza del verbale, la contravvenzione è stata pagata dal sedicenne. Il ragazzino poi, assieme a un altro diciassettenne, avrebbe chiesto - forse con troppa veemenza - quei soldi all'amico. Da qui l'accusa di estorsione che è costato l'arresto.

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