Casa dello studente
sfratto di massa

La città universitaria costruisce il Campus solo a parole e ora chiude pure la casa dello studente, ovvero gli appartamenti con vista sul Cosia. Per i ragazzi che frequentano il Politecnico, per quelli del progetto Erasmus, per i tanti che arrivano da fuori Como a studiare si prospetta una nuova stagione logisticamente molto complessa.

COMO La città universitaria costruisce il Campus solo a parole e ora chiude pure la casa dello studente, ovvero gli appartamenti con vista sul Cosia. Per i ragazzi che frequentano il Politecnico, per quelli del progetto Erasmus, per i tanti che arrivano da fuori Como a studiare si prospetta una nuova stagione logisticamente molto complessa.
La lettera timbrata dalla società "Il Borghetto srl", che gestisce le cinque palazzine al civico 17 di via Pannilani, è giunta come un fulmine a ciel sereno nelle case degli studenti: «Formiamo la presente - attacca con la tipica freddezza della burocrazia la lettera - per comunicare formale disdetta del contratto di locazione in essere poiché, alla fine dell'anno prossimo, la società scrivente non avrà più la disponibilità dell'immobile». Tutti fuori non oltre il 31 ottobre prossimo, data entro la quale gli appartamenti «dovranno essere tassativamente liberati».
Gli alloggi con vista sul Cosia, nella zona San Martino, sono sbocciati agli inizi di via Pannilani poco più di una decina di anni fa. Un imponente piano di edilizia residenziale realizzato grazie a un generoso contributo della Regione Lombardia, che ha erogato ben 11 miliardi di lire per consentire alla società "Il Borghetto" di ristrutturare l'ex meccanotessile, sulla strettoia di via Pannilani, e realizzare il maxi insediamento con 106 appartamenti. Un contributo dato per consentire di realizzare in città alloggi da mettere a disposizione di famiglie monoreddito, anziani e soprattutto studenti, in attesa della realizzazione del Campus rimasto tuttora sulla carta, anzi nell'elenco delle promesse non mantenute.
Il numero 17 fuori dalla casa dello studente è un foglietto stampato a computer. Le porte d'ingresso non sono mai chiuse a chiave e le condizioni di scale e spazi comuni lasciano a desiderare. Un look ben diverso rispetto alle cinque palazzine "gemelle" costruite una manciata di metri prima, sempre lungo via Pannilani.
Secondo gli accordi stipulati a suo tempo con l'amministrazione comunale, che ha chiesto e ottenuto dal Pirellone l'erogazione del maxi contributo pubblico girato poi alla società "Il Borghetto", la presenza di studenti in zona doveva essere garantita per almeno trent'anni, anche se la legge consente, in caso di sovvenzioni da parte degli enti locali, di modificare la destinazione dopo un periodo minimo di sette anni.
«Gli alloggi di edilizia convenzionata - sancisce la convenzione - non potranno essere ceduti prima di trenta anni decorrenti dalla data della licenza d'uso, salvo comprovati motivi, come ad esempio la cessione in blocco dell'intero edificio».
In realtà, però, le palazzine al civico 17 di via Pannilani non sono di proprietà della società che le gestisce, stando anche alla visura catastale, secondo la quale "Il Borghetto" è proprietaria di 62 box, 5 negozi, 3 magazzini e cento appartamenti ma negli edifici "gemelli" e nell'ex meccanotessile, non al "17".
Che qualcosa stesse accadendo lo si è capito agli inizi dell'anno quando all'improvviso alla custode è stato comunicato che i suoi servizi non erano più necessari. Poi l'arrivo in massa delle lettere di disdetta del contratto di locazione.

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Eco di Bergamo La casa dell'Università