"Non solo Villa Reale a Monza
Brianza beffata anche sul lago"

Il Centro promozione Brianza di Cabiate interviene sulla polemica dei mobili siciliani per arredare i ministeri "padani": nemmeno per le case d'artista sull'isola Comacina sono stati interpellati gli artigiani brianzoli. "Ce n'è ancora una libera, possiamo usare i mobili di Lingeri"

CABIATE Quando hanno letto la notizia che gli uffici di rappresentanza dei ministeri al Nord, voluti dalla Lega e allestiti all'interno di Villa Reale a Monza, verranno arredati con mobili di un'azienda di Catania, non sapevano se ridere o disperarsi, al Centro promozione Brianza di Cabiate.
Ma per trovare motivi per farsi venire il cattivo umore, giurano, non serve cambiare provincia, basta restare anche nel Comasco. Perché loro, associazione senza scopo di lucro costituita nel 1985 da un gruppo di imprenditori cabiatesi, da anni sono alle prese con un progetto ambizioso, arredare le case d'artista dell'Isola Comacina con i mobili disegnati appositamente sessant'anni fa da Pietro Lingeri, che con Giuseppe Terragni e Gianni Mantero è uno dei massimi esponenti del Razionalismo. Ma finora senza esito alcuno. Anzi: due di quelle tre dimore sono state inaugurate e arredate da un designer d'origine belga, Alain Berteau. E almeno con la terza, l'ultima, gestita dall'Accademia di Brera, si vorrebbe riuscire a realizzare quest'idea culturale e storica. La scelta effettuata per gli avamposti monzesi dei ministeri ha fatto arrabbiare in parecchi, tra i mobilieri brianzoli, patria del design sempre più a parole, più che nei fatti. Vedi la sede della Regione, ammobiliata dai veneti dal piano terra alla cima. Stavolta, però, non di fatturato si parla.
Il Cpb, spiega Enrico Radice, già da anni, dal 2006, è alle prese con un progetto di approfondito studio del Razionalismo, nello specifico di Terragni. I disegni del maestro comasco sono stati esaminati, analizzati dagli studenti dei centri di formazione professionale  del territorio e l'allora ancora istituto d'arte di Cantù Fausto Melotti, quindi realizzati dalle aziende locali. Progetto al quale si è voluto dar seguito con l'operazione Art Design, cercando si ripetere quanto fatto per approfondire l'opera di Terragni con Pietro Lingeri. Obiettivo concreto, realizzare i mobili che l'architetto disegnò per le case d'artista sull'Isola Comacina e che allora - era il 1941 - non presero forma visto il periodo storico ed economico tutt'altro che semplice.
Occasione, l'accordo quadro di sviluppo territoriale Magistri Comacini che ha portato al restauro della chiesa di San Faustino e Giovita e, appunto, delle case di proprietà della Fondazione Isola Comacina, partecipata anche dall'Accademia di Brera, dal Comune di Ossuccio e dal consolato del Belgio, visto che proprio il re belga Alberto I, dopo aver avuto l'isola in dono, nel 1920 la restituì all'Italia, auspicando che vi sorgessero dimore da riservare agli artisti. «Anche la Regione era stata informata di questa iniziativa - spiega Radice - nell'ambito della valorizzazione di tali dimore, inserite in un percorso storico turistico e aperte al pubblico».
Per le prime due, però, il nastro è stato tagliato in marzo, e i mobili di Lingeri restano ancora solo sulla carta.

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