Il Fisco fa pace con i debitori
Paghi (meno) e chiudi i conti

Circa 650 comaschi in lite con il ministero per somme fino a 20mila euro

COMO Un contribuente comasco su 500 è in lite con il fisco per un valore fino a 20mila euro: ora può far pace a costo agevolato se accetta di chiudere entro il 30 novembre la causa pendente davanti alle commissioni tributarie o alla Corte di cassazione alla data del primo maggio scorso.
Sono infatti 650 i comaschi coinvolti nell'operazione «Far pace con il fisco in poche mosse», provvedimento contenuto nella recente manovra correttiva dei conti pubblici. In tutta la Lombardia, sono 16.000 i giudizi di valore fino a 20.000 euro che risultano potenzialmente sanabili, come rende noto l'Agenzia delle Entrate e il 4,10% di questi si trovano nella provincia di Como, che conta 350mila contribuenti in tutto.
Per le piccole somme, i comaschi non sono tra i più litigiosi con il Fisco: il 75% delle pendenze si concentra nelle province di Bergamo, (9,35%), Brescia (9,66%); Milano fa la parte del leone con il 39,14% e Varese è quarta con l'8,69%.
Come spiega l'Agenzia delle Entrate, non possono essere chiuse le cause relative al rifiuto, espresso o tacito, di restituire i tributi; sono escluse anche le liti sull'omesso versamento e quelle collegate ai precedenti condoni.
Gli importi previsti: se il valore della lite è di importo fino a 2.000 euro, la somma da pagare è di 150 euro. Se il valore supera i 2.000 euro, la somma da pagare è pari al 10% del valore della lite nel caso di provvisorio esito favorevole al contribuente, mentre è pari al 30% se non c'è ancora sentenza e al 50% se l'esito del giudizio è stato favorevole all'Agenzia.
Si tratta di una transazione, dunque, tra il contribuente e lo Stato ed ha suscitato più di una perplessità in chi ritiene di aver ragione, tanto che, per farla valere, si è rivolto ad un giudice tributario. Ma poichè i processi sono sempre incerti e i tempi sono lunghi, costi non sempre compensati, il Fisco offre una via d'uscita breve, come se dicesse: «Facciamo un po' per uno e non se ne parlerà mai più», anche perché, in questo momento, è assoluto il fabbisogno di gettito per le casse pubbliche.
C'è chi ha notato sproporzione tra il 10%  a carico del contribuente che ha ottenuto una sentenza favorevole, ancorchè in primo grado di giudizio, e il 50% a carico del contribuente che ha perso, ma quando calano le reti, possono pescare pesci di qualsiasi dimensione e questo non esclude certo la «caccia all'evasore», soprattutto a quello che mette in atto strumenti sempre più sofisticati per frodi da milioni di euro. Per chiudere le liti in modo agevolato, le scadenze da tener presenti sono due: entro il 30 novembre prossimo, vanno versate le somme dovute. Entro il due aprile 2012, occorre presentare la domanda di definizione della lite: il modello si può trovare sul sito Internet dell'Agenzia delle Entrate (www. agenziaentrate. gov.it) o negli uffici territoriali.
Non sarà possibile pagare a rate le somme dovute, né compensarle con crediti d'imposta, né ottenere il rimborso di somme pagate in pendenza di giudizio.

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