Ironia di Trinchieri
«Avevo capito tutto»

«Che fosse una serata nefasta l'ho capito dal riscaldamento: prima della partita si è fatto male Shermadini, al rientro dagli spogliatoi mancavano i palloni per tirare»

Il più brillante di Cantù, nell'uscita del Palatiziano, è certamente Andrea Trinchieri: lucido e spiritoso nelle risposte alle domande dei giornalisti romani, abile nell'analisi a tutto tondo di un ko inatteso nelle proporzioni ma non nel risultato, considerate le premesse: «Che fosse una serata nefasta l'ho capito dal riscaldamento: prima della partita si è fatto male Shermadini, al rientro dagli spogliatoi mancavano i palloni per tirare. Evidentemente al Palatiziano non vinco e all'Eur sì, stasera ci è andato davvero tutto storto».
Cabala a parte, il commento alla sconfitta parte dal dato che ha segnato la partita: «Stamattina ho detto ai ragazzi che eravamo come il tacchino apparecchiato sul tavolo il giorno del Ringraziamento, questa immagine non è bastata a far capire ai miei giocatori cosa rischiavamo a Roma. Mi aspettavo l'intensità dell'Acea, l'unica possibilità era quella di rimanere sul -5 ma quando sono scappati via non c'è stata storia».

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