Carta al posto dell'oro
Restauri beffa in Duomo

Qualcosa brillava tra i riccioli d'oro degli angeli della cappella della Madonna Assunta, in Duomo, oggetto di restauri. Erano tre etichette dorate di una nota pasticceria comasca, a pochi passi dalla cattedrale.

COMO Qualcosa brillava tra i riccioli d'oro degli angeli della cappella della Madonna Assunta, in Duomo, oggetto di restauri. Qualcosa di prezioso, sembrava.
E invece erano tre etichette dorate della pasticceria Bolla, a pochi passi dalla cattedrale. Erano incollate alla radice dei riccioli di due angeli, seminascoste e le hanno trovate i restauratori del "Laboratorio San Gregorio" intenti a ripulire e a consolidare le decorazioni della volta e dell'abside dell'Assunzione della Vergine accolta da angeli musicanti.
E quale non è stato lo stupore quando i restauratori si sono accorti che le corde di un mandolino di un angelo non erano di ferro, ma  di spago dorato, proprio quello utilizzato per chiudere i pacchetti di dolci della pasticceria.
«Il mio pensiero è andato all'ignoto collega che si è assaporato chissà quale delizia su un ponteggio alto 28 metri », dice Michele Barbaduomo, socio del laboratorio San Gregorio.
E poi ha incollato le etichette sugli angeli?
«Può essere - ipotizza - era il 1966, l'anno degli ultimi restauri su stucchi eseguiti nel 1641 dallo scultore Francesco Silva per 1.248 lire ».
Tutte le ipotesi sono aperte: forse era finito l'oro e non erano disponibili corde dorate.
«L'oro c'era - precisa il restauratore - tant'è che le etichette sono state nascoste sotto i capelli. E due pezzetti di fil di ferro per le corde non erano difficili da trovare. La ragione dev'essere un'altra. Talvolta, nel mio lavoro, io trovo un rapporto immediato con la storia. La storia umana, potremmo anche chiamarla minore, ma è quella vera della gente». Per esempio, Barbaduomo racconta un episodio tra mille che fanno parte del suo repertorio: una volta, ripulendo l'altare di una chiesa di Busto Arsizio, si imbattè in un pacco di fotografie. Erano tutte di ragazzi e scoprì poi che le madri di giovani soldati avevano portato le foto dei figli all'altare, perché in guerra fosse loro risparmiata la vita.

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