Homepage / Como città
Domenica 04 Marzo 2012
Como, metrò che fu
Sui binari di Borgo Vico
Nella giornata delle ferrovie dimenticate, ecco ciò che ci resta di quella che arrivava fino al lago
Vedi documenti allegati
Anche ieri mattina tre ragazzini stavano giocando a calcio attorno al locomotore, unico superstite dello scalo ferroviario di cui Enrico Levrini, collezionista di cartoline e fotografie storiche di Como, non conserva soltanto il ricordo ma anche immagini e documenti più o meno rari. Tra questi due mappe del tracciato ferroviario rimosso negli anni Ottanta: una del 1899 e un'altra del 1930. Seguendo quest'ultima, cerchiamo di ripercorrere, essendo oggi il giorno consacrato a livello nazionale alle ferrovie dimenticate, la più dimenticata di tutte. Eppure la più attuale, ora che, a ridosso delle elezioni, i candidati tornano a rispolverare l'eterno progetto della metropolitana leggera che dovrebbe risolvere i problemi di traffico e inquinamento di cui soffre la convalle. Qualcosa rimane ancora in piedi della ferrovia dismessa e potrebbe essere utilizzato per farci passare un trenino che colleghi Como San Giovanni con Como lago e la periferia, dove andrebbero lasciate le auto, con il centro.
«La vecchi ferrovia fu smontata molto lentamente - ricorda Levrini - e due sindaci, Antonio Spallino e Felice Bernasconi, ipotizzarono di trasformarla nella metropolitana leggera». Ma quest'ultima continua a rimanere soltanto una bella idea e, se e quando finalmente ci si deciderà a trasformarla in realtà, bisognerà ricostruire tutto il tracciato, con un ovvio dispendio di soldi pubblici che avremmo potuto risparmiare gestendo con maggiore lungimiranza il tema dei trasporti pubblici.
«Il treno che arrivava ai giardini a lago era destinato esclusivamente alle merci», racconta Levrini. Ma ci fu un'eccezione, documentata da una fotografia: quando re Umberto I visitò le celebrazioni voltiane del 1899, arrivò in treno direttamente ai giardini a lago. Qui, tra l'attuale diga foranea e il Tempio Voltiano (costruito nel 1927) si trovata la stazione, con accanto una piattaforma e una gru per caricare le merci dalle barche (i tradizionali comballi usati sul lago di Como) ai vagoni.
Attraversando Lungo Lario Trento, Levrini rammenta che lì c'era un passaggio a livello alquanto singolare: nessuna sbarra, neanche a manovella, bensì un vigile che tirava una catena al passaggio del treno.
Leggi l'approfondimento su la Provincia in edicola domenica 4 marzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA