Troppo sangue sulle strade
Gli studenti: «Basta buche»

attrocento studenti delle superiori al Cinema Astra, ieri mattina, hanno sbattuto emotivamente il muso sul problema della sicurezza stradale. La giornata, nel quadro del Progetto Icaro voluto dalla Polizia Stradale prevedeva la proiezione del docufilm «Young Europe»

COMO Quattrocento studenti delle superiori al Cinema Astra, ieri mattina, hanno sbattuto emotivamente il muso sul problema della sicurezza stradale. La giornata, nel quadro del Progetto Icaro voluto dalla Polizia Stradale prevedeva la proiezione del docufilm «Young Europe». Crudo. Vero. Choccante. Tre storie, ben recitate, su tre incidenti mortali. Per distrazione, disordine di vita, faciloneria. I particolari, non secondari (anzi), del dolore di chi resta. Gli alibi, lo scontro tra generazioni, i giovani protagonisti che accusano il cattivo esempio di chi non sa insegnare. Nella vita. Colto nel segno.
Studenti attenti, concentrati. Colpiti. Anche se con la testa, comprensibilmente, alle ultime verifiche. Ma presenti. Anche al dibattito.
Moderato dal direttore de La Provincia, Diego Minonzio, ha portato a parlare, sul tema, i cantanti Davide Van De Sfroos e Simone Tomassini, e il pilota di MotoGp Claudio Corti. Ospiti non scelti a caso. I primi due, abituati ad arrivare al cuore dei giovani. Il terzo, che della velocità fa un mestiere, e per questo ha subito capito che in strada è maglio andare piano.
La prima a parlare, però, è stata Ileana Casagrande, responsabile dell'Associazione vittime della strada, in carrozzina da anni per un incidente in auto, del quale è stata vittima incolpevole: «Ogni anno - ha detto combattendo l'emozione - muoiono 7000 persone per incidenti, un piccolo paese che se ne va. E se sei fortunato (per modo di dire...) come me, resti qui con una vita nuova e piena di incertezze».
Nell'incontro è stato puntato l'attenzione anche contro le buche di Como. Troppe e troppo pericolose.

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