Banche, moratoria sui prestiti
La rivolta degli artigiani

I piccoli imprenditori accusano gli istituti di credito di non voler promuovere questa opportunità di "sospendere" il rimborso delle rate dei mutui e dei prestiti per poter ridare fiato alle loro aziende. Troppa burocrazia e poco informazione le accuse rivolte agli sportelli.

La moratoria sui debiti delle piccole e medie imprese è attiva da poche settimane, e già sembra svelare una struttura che non convince. Eccessiva la discrezionalità delle banche nell’intervenire, problematica per le aziende la presentazione di tutta la documentazione relativa, difficile rispettare in alcuni casi tutti i paletti imposti. Gianni Fontana direttore di Fidimpresa Como, il consorzio di garanzia di Cna, sottolinea come sia poco interessante la moratoria per gli associati: «Su mille e cinquecento piani attivi credo possa interessare a una decina, perché sono molti i paletti, soprattutto per i nostri associati. Le banche poi non fanno molta pubblicità all’iniziativa, anzi proprio il contrario». Il funzionamento della moratoria o sospensione dei debiti per le piccole e medie imprese è abbastanza semplice: le rate dei mutui vengono posticipate di un anno sulla sola quota di capitale, alle scadenze vanno comunque pagati gli interessi. Il tre agosto quindici soggetti hanno firmato l’avviso comune, un documento in cui in forma volontaria le banche possono sospendere il rientro dei debiti per un anno. La volontaria adesione degli istituti di credito verrà poi premiata dal governo. Tutto bene se non fosse che le banche non mostrano molto interesse a veicolare questa formula, preferendo ridiscutere il rapporto in essere, e le aziende si trovano di fronte un’infinita serie di documenti da compilare. Non semplice poi rientrare nei canoni previsti con la serie di limitazioni imposte. In alcuni casi, insomma, si sceglie di lasciar perdere. «I criteri sono estremamente positivi - spiega Siro Cini di Eurofidi, braccio finanziario di Confartigianato Como -, le banche però non propongono e non danno risposte esaurienti. L’idea insomma è buona, l’applicazione è quasi impossibile. Per ora poche aziende si sono interessate a questa possibilità, perché è difficile per imprese piccole come le nostre seguire un iter così complicato per avere la sospensione. Interesserebbe a molti, secondo me anche all’ottanta per cento dei nostri associati, ma pochi possono accedervi tra limitazioni e documentazione da preparare. Il prodotto è interessante, sono le banche che dovrebbero scendere in campo». «Da parte delle nostre aziende non è stata recepita molto questa moratoria - spiega Giorgio Colombo, segretario di Confartigianato Como -. L’abbiamo più volte proposta sui nostri organi di informazione diretti agli imprenditori, però non si è vista una grande risposta». Quasi un «de profundis», se aggiungiamo alle altre voci anche quella di Giambattista Cerutti, presidente Api Como: «Sono abbastanza scettico sull’attivazione della moratoria, mi sembra proponibile solo su mutui recenti in cui la quota di capitale è alta. Se il mutuo è in stato avanzato non vedo una convenienza. Per ora è una proposta recente, non si può avere un dato generale di quanti la utilizzerebbero, aspettiamo e vediamo». Per una delle aziende simbolo del comparto tessile Comasco, la Mectex di Erba, non può essere una soluzione ai problemi di liquidità ma un aiuto: «Tutte le proposte che permettono di avere maggiore liquidità in un momento di crisi come l’attuale sono benvenute - spiega Riccardo Galli -. Per aziende strutturate come la nostra la moratoria però può essere un aiuto, ma non la soluzione, servono interventi più decisi».

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