Inseguimento oltre il confine
Sfiorato l'incidente diplomatico

Una pattuglia dei vigili sconfina in Svizzera, correndo dietro a un'auto in fuga, e scatta la protesta dei parlamentari ticinesi

«L’è tüt a posct» hanno ripetuto per giorni al centro di cooperazione di polizia doganale, ma in realtà non è a posto proprio niente, neppure oggi che da questa storia assurda sono trascorsi quasi quindici giorni, spesi tutti a mettere coperchi per evitare che il clima sul confine, già invelenito dallo scudo finanziario, degenerasse del tutto. Dove non arrivano Tremonti e il ministero, arriva la polizia locale di Como. Lo scorso 19 ottobre una pattuglia di vigili urbani ferma a Monte Olimpino un automobilista. Chiede i documenti di circolazione e di identità che questi consegna, salvo risalire improvvisamente in auto e fuggire. Gli agenti gli si incollano alle calcagna innescando un breve e velocissimo inseguimento nei quartieri, da Monte Olimpino fino a Maslianico e a Pizzamiglio, dove il fuggitivo punta il confine, sempre tallonato dalla pattuglia a sirene spiegate. Sul confine i vigili dovrebbero fermarsi, e non lo fanno. Quando l’auto che li precede infila il valico, loro gli vanno dietro.
A due passi da Vacallo, il fuggitivo pianta l’auto in mezzo alla strada e si dilegua a piedi tra i campi e le case. I vigili chiamano il carro attrezzi per portarsi via la macchina del fuggitivo. Impresa che ha fatto infuriare gli svizzeri, con il consigliere ticinese della Lega Norman Gobbi, che ha presentato una interrogazione parlamentare in cui parla di «violazione della sovranità nazionale svizzera, abuso di potere, sostituzione nell’esercizio dell’autorità, messa in pericolo della vita altrui». L'incidente diplomatico è servito.

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