Abbiamo visitato la mostra sulla storia dello sport

La visita Sulla porta d’ingresso uno degli oggetti cult della mostra: un pannello grande due metri con i nomi di circa 500 soci iscritti alla Comense

Sulla porta d’ingresso uno degli oggetti cult della mostra: un pannello grande due metri con i nomi di circa 500 soci, dove abitavano e cosa facevano nella vita, iscritti alla Comense dal 1872 fino agli anni Settanta.

Lo ha realizzato Mirko Grimaldi, direttore generale dell’evento e vicepresidente della Comense Scherma. «Ho ricostruito il registro che il segretario della società cominciò a compilare nel 1906 – spiega -. Lo fece in maniera precisa almeno fino alla Seconda Guerra. Abbiamo messo i nomi in ordine alfabetico, con tutte le loro informazioni. Ci sono curiosità e personaggi illustri».

È questo soltanto il primo delle decine di incredibili cimeli che fino al 27 novembre sono esposti al Broletto di Como (con ingresso gratuito) per la mostra intitolata “150 anni di sport comense”.

Un excursus innanzitutto storico su un secolo e mezzo di sport nella nostra città, dalla nascita della SG Comense 1872 a quella delle società emanate dai colori nerostellati negli anni successivi. Ma l’esposizione organizzata dai sodalizi stessi, grazie all’infinita passione dei dirigenti, è soprattutto un affascinante viaggio nel tempo.

Come non emozionarsi infatti di fronte al singolo in legno di Sinigaglia, ai fioretti di Spallino, alla maglia della Ronchetti e alla bicicletta di Casartelli, agli oggetti d’epoca del Como e ai tantissimi reperti, coppe, foto e documenti rari.

Il salone è diviso per aree fra le società partner dell’evento: da sinistra Polisportiva Comense, il Tiro a Segno Nazionale, Unione Ciclistica Comense, poi Como Nuoto, il Calcio Como, per finire a destra con la Canottieri Lario e la Comense Scherma, mentre al centro campeggia una sezione storica.

«Se devo citare qualche cimelio – dice Grimaldi – partirei dalla coppa che la regina consegnò a Sinigaglia dopo la vittoria sul Tamigi nel Mondiale del 1914. Poi la coppa del 48/49 della prima promozione in serie A del Como, per la prima volta esposta in pubblico: era sparita. Del Como anche il materiale dei bomber Donadei e Maesani. Nella marcia, che negli anni Venti era fortissima, la coppa d’oro di Giani alla Londra-Brighton. Un altro pezzo pregiato è il diploma di benemerenza insignito all’architetto Terragni dalla federazione ginnastica nel ’27: ne abbiamo 350 copie originali».

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