Al panificio di Cantù a volto coperto
«È una rapina, dammi subito i soldi»

Criminalità Colpo a “Il Fornaio” di piazza Volontari della Libertà. Modesto il bottino: 150 euro. La commessa: «Aveva uno scaldacollo sul viso, non ha mostrato armi». Indagano i carabinieri

«È una rapina. Dammi i soldi. Fai in fretta... devo farmi di insulina. Poi puoi anche chiamare i carabinieri». Così si è presentato alla cassa de Il Fornaio Beretta, in piazza Volontari della Libertà - per tutti, piazza San Rocco - l’uomo che ieri, verso le 18, è riuscito a impossessarsi dell’esigua somma contenuta nel registratore di cassa: circa 150 euro.

Del resto, nel punto vendita di un panificio, a chiusura di giornata, nessuno resta con chissà quali cifre nel cassetto. Ma al rapinatore - per sua stessa dichiarazione, presentatosi senza mostrare alcuna arma - tanto è bastato per seminare il terrore nel tardo pomeriggio di giovedì.

Allarme in centro città

Un punto più centrale, a Cantù, forse nemmeno esiste. Il negozio si trova infatti all’angolo tra la fine di via Matteotti, la strada pedonale dello shopping, e la trafficata, a ogni ora, specie nell’ora di punta, via Milano. Le sei di sera: un orario in cui c’è chi sta tornando al lavoro, e magari passa proprio tra le vetrine del centro rincasando dall’ufficio. Qualcuno si ferma nei bar per i primissimi aperitivi. O semplicemente sta già dando un’occhiata alle vetrine in vista del Natale. Persone di tutte le età. Anche anziani e bambini. Nel solito viavai, ieri sera: anche il rapinatore. Entrato nel locale. All’interno: illuminatissimo.

La ragazza che se l’è trovata di fronte ha vissuto, inevitabile, attimi di agitazione.

«Si è trattato di una questione di secondi, credo, ma a me è sembrato probabilmente di più - racconta poco prima della chiusura del negozio - È entrato questo signore, aveva la carnagione marcatamente olivastra, come un pakistano, o un indiano. Aveva il volto in parte coperto da una scaldacollo, tirato su fino al naso. Non c’era nessuno in negozio. È entrato e mi ha detto: “È una rapina. Dammi i soldi”».

Tutti i soldi in cassa

«Credo di non aver pensato qualcosa in particolare, stavo soltanto facendo quello che mi chiedeva. Ma aveva fretta - dice - Mi ha detto che doveva farsi di insulina. Di dargli in soldi in fretta. “Poi i carabinieri puoi anche chiamarli...”, mi ha detto. In cassa c’erano 150 euro».

L’uomo è quindi uscito dal locale. «Credo che sia andato verso via Damiani», riferisce la ragazza. Da lì, si può scendere verso via Risorgimento, o proseguire in corso Unità d’Italia. O anche attraversare verso il parcheggio di piazza San Rocco. Dove qualche zona d’ombra, e magari un’auto su cui ripartire, c’è sempre.

La ragazza ha subito chiamato i Carabinieri, arrivati immediatamente con una pattuglia. La voce della rapina ha iniziato a girare tra i bar del centro. Da subito gli uomini dell’Arma hanno iniziato a raccogliere le testimonianze. A partire dalla ragazza che ha subito la rapina. Da capire se la dichiarazione stessa del rapinatore, che ha preannunciato la rapina, configuri la stessa come tale. Se è quindi sufficiente a integrare l’elemento della minaccia. Aspetti giuridici più formali che non tengono conto di quanto prova, soprattutto, chi, la rapina, l’ha subita.

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