Alitalia in bilico,
Malpensa trema

L’ennesimo tentativo di rilancio della compagnia

se fallisse potrebbe avere altri effetti pesanti

Di nuovo una soluzione italiana forte per Alitalia? In bilico tra la bancarotta e un piano di lacrime e sangue che potrebbe contemplare la mano tesa delle Ferrovie dello Stato, la ex compagnia di bandiera ha addosso anche gli occhi della Commissione europea per un’eventuale “alleanza” tra treni e aerei che inquinerebbe la concorrenza.

«È possibile che si faccia fallire SeaHandling per le ricapitalizzazioni avute da Sea spa e si consenta ad Alitalia, vettore aereo privato, di godere ancora di un intervento pubblico?». L’interrogativo del segretario generale della Fit Cisl dei Laghi Dario Grilanda va dritto al punto.

«La nostra preoccupazione è per i dodicimila dipendenti di Cai Alitalia, ma i quattro miliardi di euro spesi per un salvataggio mancato sono sotto gli occhi di tutti e continua a non esserci una strategia industriale». Non c’è altra azienda che abbia avuto una copertura di sette anni (quattro di cassa e tre di mobilità). «Per arrivare dove?» domanda il sindacalista. «Le scelte su Malpensa sono state compiute ormai tempo fa con decisioni strategiche sbagliate quando lo scalo del Nord sarebbe stato redditizio per la compagnia che qui staccava il 70% dei suoi biglietti».

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