Bollette in discesa, ma non a Erba. La dirigente:«Serve un’analisi»

I dati Da gennaio spesi 70 mila euro in più per luce e gas, ora c’è la necessità di attivare caldaie a biomassa e fotovoltaico. Gariboldi: «Possibile che ci siano acconti o conguagli»

Rispetto a un anno fa, quando scoppiò la guerra in Ucraina, i prezzi di luce e gas sono crollati. Eppure nel primo trimestre del 2023 il Comune di Erba ha pagato bollette più salate rispetto allo stesso periodo del 2022: i dati, aggiornati al 31 marzo, impongono una riflessione sulle forniture energetiche e sulla necessità di attivare al più presto le caldaie a biomassa, già previste, e nuovi impianti fotovoltaici. Temi cari al sindaco Mauro Caprani, che sin dal primo giorno dell’insediamento si è posto il problema delle spese energetiche. La riflessione non può che partire dai numeri, che arrivano dall’Agenzia per l’Italia Digitale: in collaborazione con la Banca d’Italia, l’Agenzia - che risponde alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - tiene traccia quotidianamente di tutte le spese degli enti locali dal più piccolo Comune al alle Regioni.

Fra il primo gennaio e il 31 marzo 2022, il Comune di Erba ha speso 204.940 euro di gas e 278.076 euro di luce. I prezzi dell’energia erano iniziati a salire già nel 2021, ma sono esplosi proprio a febbraio con lo scoppio della guerra in Ucraina e il taglio alle forniture di gas operate dalla Russia ai paesi occidentali. La situazione si è poi stabilizzata. Il clima mite e le riserve piene hanno portato a una diminuzione dei prezzi, che si è accentuata all’inizio del 2023. I prezzi variano di giorno in giorno, ma oggi capita di trovare prezzi inferiori a quelli registrati prima della guerra.C’è da aspettarsi insomma un calo delle bollette.

I numeri relativi al primo trimestre 2023, aggiornati al 31 marzo, raccontano però un’altra storia: il Comune di Erba ha speso 259.824 euro di euro di gas (54.884 euro in più rispetto al primo trimestre 2022) e 294.084 euro di luce (16.008 euro in più). Il sindaco Caprani ha messo le questioni energetiche in capo al settore lavori pubblici, che da qualche settimana è guidato dalla dirigente Erminia Gariboldi. «Bisogna fare un’analisi puntuale delle fatture - dice - per comprendere questi prezzi. È possibile che in alcuni casi contengano anche degli acconti o dei conguagli, si spiegherebbero allora gli aumenti rispetto al 2022. Se fosse solo sui consumi effettivi sarebbe più difficile da spiegare».

Quanto alle energie rinnovabili, ricorda Gariboldi, «procede il progetto di posa delle sette caldaie a cippato finanziate da Regione Lombardia con due milioni di euro». Da questa partita arriveranno importanti risparmi sul fronte del gas, ma il sindaco Caprani ha già chiarito che difficilmente si riusciranno ad accendere per l’inizio dell’autunno: ci sono tempi burocratici da rispettare, fra progettazione esecutiva, appalti e lavori. In vista ci sono anche investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e si valuta l’installazione di impianti fotovoltaici. Uno di quelli esistenti, posto sul tetto delle scuole elementari Puecher, non funziona: l’amministrazione ha già disposto la riparazione del converter.

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