Cantù, mamameo al flop: si punta su Sacchetti coach

Sorpresa La società pare si sia buttata su uno dei nomi più importanti in circolazione, ovvero quel Romeo Meo Sacchetti che da poco ha divorziato dalla Nazionale

Pausa (ma non troppo) di riflessione. E il non troppo è riferito al fatto che il general manager Sandro Santoro (dopo un paio di giorni in famiglia) ieri sia rientrato a Cantù e abbia incontrato il presidente Roberto Allievi.

La batosta della mancata promozione in A è ancora fresca, e molto difficile da mandar giù, ma l’esigenza della Pallacanestro Cantù è quella di mettersi subito di buzzo buono per programmare la prossima stagione. Senza perdere troppo tempo.

In cima a ogni ragionamento che lo stato maggiore ha iniziato a fare c’è la posizione dell’allenatore. Perché è solo da lì che potrà iniziare il discorso sulla squadra. E tutto il capitolo riguarderà principalmente il general manager. La società, dal canto suo, sta lavorando al budget, altro punto importante per la programmazione.

Non dovrebbe variare di molto rispetto a quello della stagione passata, comunque uno dei più ambiziosi della categoria. Con una variabile non dipendente dalla volontà dei dirigenti: e riguarda soprattutto il botteghino, che ha dato una bella boccata d’ossigeno con il rientro della Curva e con le presenze nei playoff, ma che dovrà fare i conti con in una situazione di difficile lettura, a priori.

L’insieme di tutto ciò - idee, proposte e possibilità finanziarie - confluirà nel consiglio di amministrazione del club, che dovrebbe tenersi a inizio settimana prossima. Sarà la prima occasione per un faccia a faccia tra il management biancoblù, di sicuro il momento ideale per tirare una riga su quello che è stato e dare il via libera alla nuova stagione.

L’allenatore, innanzitutto. Come si è detto. Con la posizione di Marco Sodini che, di ora in ora, si fa sempre più pesante. Il coach ha ancora un’altra stagione di contratto, ma ciò non lo mette al riparo. Come sempre accade in questi casi, rischia di essere il primo - forse non l’unico - a pagare il mancato centrato obiettivo.

E questo al di là del fatto che sia arrivato fino in fondo, cosa non scontata, che abbia superato tutte le tempeste capitate durante l’annata, giocando fino all’ultima partita utile per sancire il verdetto. La delusione del flop sportivo, alla fine, potrebbe avere ragione delle tante attenuanti (addio al miglior americano del campionato, Robert Johnson, infortunio di Luigi Sergio, Covid e contrattempi di ogni natura).

Tira aria, insomma, di separazione. E probabilmente forzata. Il coach, che ha scelto la strada del silenzio in pratica da prima dell’ultima gara a Scafati (nello spogliatoio alla fine, infatti, ebbe solo a dire che «non ci sono parole»), aspetta. E, siccome è tutto tranne che sprovveduto, sa anche che ci stia che possano sollevarlo dell’incarico.

Per essere sostituito da chi? L’impressione è che Cantù voglia fare le cose in grande, non lasciando nulla al caso. E si sia buttata su uno dei nomi più importanti in circolazione, ovvero quel Romeo Meo Sacchetti che da poco ha divorziato dalla Nazionale maggiore. L’idea di affidare all’ultimo ct azzurro la risalita in A affascina, e non poco.

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