Como: via la tassa
ma niente trucchi

Molti lo dipingono come un bugiardo, un abile mentitore, un incantatore di folle. Su Renzi, come qualche anno fa su Berlusconi, gli italiani si dividono in due grandi fazioni. Gli ottimisti a oltranza già parlano di una riduzione generalizzata delle tasse come fosse una cosa già fatta. La fazione più critica accusa invece il premier di fare annunci a vanvera. Anzi, meglio, in malafede, sapendo che le risorse, la cosiddetta copertura finanziaria per un provvedimento del genere, non c’è e non ci sarà tra qualche mese quando, tra l’altro, il governo dovrà darsi da fare per evitare il rincaro dell’Iva e delle accise sulla benzina. Di certo, se la promessa sulla Tasi sarà mantenuta (guarda caso la stessa assunta qualche anno fa da Berlusconi) sarà un regalo non da poco a Como in particolare dove, come nel resto d’Italia, quasi tutti possiedono un’abitazione ma dove, molto più che nel resto d’Italia, i proprietari sono spremuti all’inverosimile. Siamo una delle città - così hanno stabilito gli esperti - in cui il prelievo della Tasi vale di più per effetto delle scelte dell’amministrazione comunale che ha portato tutti i parametri di calcolo ai valori più elevati ma anche degli estimi catastali che, appare del tutto evidente, sono qui mediamente molto elevati.

Il regalo di Renzi, è stato calcolato, vale mediamente 321 euro a famiglia. Ovviamente si tratta di soldi che davvero resteranno nelle tasche delle famiglie a patto che non ci siano trucchi. Ovvero che la Tasi vada in soffitta ma venga rimpiazzata da una tassa analoga magari ancora più cervellotica e iniqua. Un po’ come è successo nella transizione dall’Imu alla Tasi. Abbiamo tirato il fiato un anno, poi la tassa introdotta, sull’onda dell’emergenza, dal governo Monti, ha spazzato via ogni precedente beneficio rivelandosi più complessa e ingiusta di ciò che c’era prima.

Anche in questo caso non si tratta di sensazioni ma di studi e simulazioni scientifiche. La categoria che ha sofferto di più con l’abolizione dell’Imu è quella composta da quel bacino di circa 5 milioni di famiglie che prima di Berlusconi, grazie alle detrazioni, non pagavano per niente l’Imu e dopo Monti sono state costrette a subire la stangata della Tasi. Il cambiamento in sostanza deve essere reale e non di facciata. Se abolizione deve essere che abolizione sia, senza penalizzare i cittadini sotto altre forme. Vogliamo prendere in giro le famiglie o dare loro un po’ di ossigeno per favorire il rilancio dei consumi? Il governo su questo è atteso al varco.

Giusto anche mettere ordine nei tributi locali. Oggi in questo campo c’è confusione e si assiste a intollerabili disparità di trattamento tra cittadini residenti a pochi chilometri di distanza. E un bel passo in avanti è anche l’impegno, assunto dal governo, a recapitare ai cittadini i bolletini precompilati della futura local tax (quella che comprenderà tutti gli attuali tributi eccetto la Tari). A qualcuno può sembrare marginale ma non è così. Oggi i Comuni che svolgono questo servizio sono pochissimi, gli altri costringono i contribuenti a rivolgersi ai Caaf o a fare da sé. E se si sbaglia, anche in buona fede, sono guai.

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