Cose che capitàno: «Il mio gol bello? Spero importante»

Intervista Io vedo tutti i giorni i miei compagni. E sono tutti forti, tutti giocatori di grandi qualità che ancora non hanno espresso del tutto il loro valore

L’anno scorso il primo dei suoi cinque gol in campionato fu a Brescia. Il gol del 2-3, quello che ruppe l’equilibrio della partita e pure l’inerzia della stagione del Como fino a quel punto. Da lì la squadra prese il volo. Alessandro Bellemo nel suo primo gol di quest’anno, quello di domenica contro il Venezia, spera di poterci vedere un’analogia.

Capitano buongiorno, come stai?

Benissimo. Ho superato bene anche l’infortunio, che per me è stata una cosa nuova.

Bellemo assente, effettivamente, è stata una novità per tutti.

E sono stato anche fortunato, perché una lesione del menisco esterno può richiedere anche più di due mesi per recuperare. Io non ho avuto complicazioni.

Fisicamente una roccia, questo lo sapevamo già.

Non mi piace stare fuori, lo sapete. E in effetti ho sofferto.

Anche il Como ha sofferto senza Bellemo. E non poco.

No dai, quando le cose non vanno bene non si tratta di singoli, ma di problemi di tutta la squadra. E noi ne abbiamo avuti, è stato difficile per tutti il periodo dell’assenza di Gattuso proprio nel momento in cui c’era da costruire e far crescere la nuova squadra. Non siamo nemmeno stati fortunati, ma quello che mi è sempre piaciuto di questo gruppo, e anche di questa società, è che non si sono mai cercati alibi.

Però lì in mezzo al campo c’era bisogno di una quadratura e di un equilibrio che solo ora sta arrivando.

Questo sì. Però guardate, io vedo tutti i giorni i miei compagni. E sono tutti forti, tutti giocatori di grandi qualità che ancora non hanno espresso del tutto il loro valore, ma lo faranno, ne sono certo. Non facciamo distinzioni tra vecchio gruppo e nuovi, non ha senso, si rischiano di creare definizioni sbagliate, chi è arrivato si è inserito benissimo.

La sensazione, però, è che questa squadra fosse alla ricerca di un’anima, quella che aveva gli anni scorsi. La state ritrovando?

Domenica io l’ho rivista. Al di là del gioco, al di là del gol. Fino al 95’ la squadra ha pressato, compatta, convinta. Ho sentito tutti i compagni incitare, parlare, anche chi di solito non lo faceva. Darci il cinque in campo per un calcio d’angolo salvato, tanto per citare uno dei nostri problemi... Questo spirito sì, lo stiamo ritrovando. In questo senso secondo me la partita con il Venezia ha portato grossi miglioramenti.

Perchè in casa si vince e in trasferta no? C’entra anche il fatto che le squadre arrivate al Sinigaglia ultimamente sono più deboli?

Ma no, anzi. Io personalmente soffro tremendamente questo tipo di partite. Quella con il Venezia, e non perché io sono veneziano, era una gara ad altissima tensione, perché poteva essere un crocevia.

E un crocevia lo è stato?

Lo capiremo nelle prossime partite. Perché per ora non abbiamo fatto nulla. Siamo sempre in zona rossa, anche se forse un po’ meno rossa. Però, come dicevo, qualcosa di importante in più si è visto. Era una gara delicatissima, che si sapeva avrebbe potuto essere risolta da un episodio. Ma non c’è stato solo quello.

Di sicuro, un gol importantissimo.

Sì. E penso al mio primo gol dell’anno scorso, a Brescia. Credo, e spero, che possa essere altrettanto importante.

Che margini di miglioramento può avere questo Como, nell’immediato?

Non è certo il momento di parlare di obiettivi, adesso serve solo continuità e fare punti. A Genova troveremo un ambiente caldo, una squadra arrabbiata perché arriva da una sconfitta, un avversario molto forte. Ma queste sono partite che si preparano da sole, più intriganti e stimolanti per certi versi di quella di domenica. Io non vedo l’ora di giocarla. Se ci facciamo troppi pensieri la perdiamo di sicuro.

Parliamo di Fabregas? Che rapporto hai con lui? Qualche tifoso si è pure arrabbiato quando gli ha visto al braccio la “tua” fascia di capitano,

Quando sono entrato a Modena mi si è avvicinato subito per cedermela, potrei chiudere il discorso qui, no? Io ho un rapporto ottimo con lui, come tutti noi del resto. Altro che possibile problema, lui è la dimostrazione che quando si è campioni si è anche grandi persone, e lui lo è. Anche per l’impegno con cui si è calato nella parte, aiutando tutti. E’ un grande valore aggiunto , in campo e fuori. Domenica è entrato molto bene.

E mister Longo? Che cosa ha portato di diverso in un gruppo che per quasi due anni ha lavorato con lo stesso allenatore?

Lo sto conoscendo in queste settimane, mi piace la sua stabilità, la sua capacità di non fare drammi. Una dote fondamentale. E’ un grande lavoratore, malato del dettaglio, quindi facciamo le cose con molta cura. Ha trovato grande disponibilità nel gruppo, questo è certo. Fare paragoni con Gattuso è difficile, il periodo di tempo che abbiamo passato insieme è molto diverso, è diverso il modo di giocare. Anche Longo comunque è una bravissima persona a livello umano.

La classifica è ancora molto

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